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Tre nomi: Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Antonino Scopelliti. Tre magistrati, tre indimenticabili servitori dello Stato uccisi barbaramente dalla criminalità organizzata che la comunità di santo Stefano in Aspromonte non dimenticherà mai. Presso l’istituto scolastico di Santo Stefano in Aspromonte, l’amministrazione comunale, nella ricorrenza della strage di Capaci dove perse la vita il giudice Falcone e gli uomini della scorta, ha piantato un albero con targa per ricordare il sacrificio di tre uomini che hanno lasciato un’eredità pesante ma importante, al Paese. Insieme al primo cittadino Michele Zoccali, all’assessore alla Cultura Vincenzo Nucera e al consigliere comunale e regionale Francesco Cannizzaro, erano presenti i sindaci dell’Area dello Stretto, il senatore Antonio Caridi, l’assessore provinciale alla cultura e legalità Eduardo Lamberti Castronuovo e il presidente del Parco Nazionale dell’Aspromonte Giuseppe Bombino. L’albero Fabosco oltre a ricordare i tre giudici uccisi dalla mafia, il nome della pianta deriva proprio dall’unione dei tre cognomi, vuole essere anche un messaggio positivo per le nuove generazioni perché, come sostengono tutti i relatori, “basta un solo albero per fare un bosco”.
“La morte di Falcone non deve essere letta come una sconfitta dei Giusti e dello Stato, come la fine di una speranza. In realtà la sua morte ha rappresentato l’inizio di una vera rinascita della società civile, che ha spinto le istituzioni statali a sferrare nei confronti della mafia un attacco tale da ridurre quasi al tappeto Cosa nostra – afferma il consigliere regionale Cannizzaro – Per questo è fondamentale l’impegno delle istituzioni e, soprattutto, la vigilanza della società civile. Spetta a tutti noi, ai giovani, che saranno i protagonisti del domani, mantenere alto l’esempio di Giovanni Falcone e fare propria la lezione di legalità, di professionalità e di amore per lo Stato che il magistrato ci ha lasciato”.
Concorde il primo cittadino di Santo Stefano Michele Zoccali che sprona i giovani alunni a seguire sempre la strada della legalità e del rispetto delle regole perché come diceva il giudice Falcone: “occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l’essenza della dignità umana”.
Ma è il senatore Caridi a lanciare un appello a tutte le istituzioni presenti per “continuare quel lavoro sinergico svolto sino ad oggi per potenziare le nostre risorse e professionalità ma anche tirar fuori tutto ciò che di buono ha questa terra per troppi anni relegata in un angolo che non merita”.
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