Santo Stefano, Docenti su danneggiamento stele

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In merito all’episodio del danneggiamento della stele posta a memoria dei Giudici Falcone, Borsellino e Scopelliti, i docenti di ogni ordine della Scuola di S. Stefano hanno voluto dichiarare il loro dissenso contro chi è arrivato a gridare alla vergogna nei confronti di chi “…non ha saputo insegnare che dietro una pietra c’è la libertà dalle mafie…”.

Ricordiamo – afferma il corpo docente del plesso di S. Stefano che il fatto di cronaca si è verificato all’interno del cortile della scuola dove ogni giorno docenti di tutto il territorio circostante e non, giungono puntuali a svolgere il proprio compito di insegnante ed educatore, con professionalità e dedizione, animato da senso civico e morale, ispirato ai principi della legalità e del rispetto globale della persona.
Questo percorso educativo procede quotidianamente insieme alle famiglie dei bambini che frequentano il plesso scolastico.

Non dimentichiamo che insegnare ed educare alla legalità spetta a chiunque si rapporta con la comunità sociale, partendo dalla famiglia, passando per le associazioni culturali, politiche, parrocchiali, fino a giungere al singolo cittadino. Dovremmo tutti vergognarci del nostro operato?!

Il corpo docente della scuola di S. Stefano, tuttavia, espresso il rammarico per la spicciola, superficiale e triste analisi fatta sull’educatore in tutte le sue esplicazioni, conferma il suo impegno, concreto e costante, nel processo educativo e formativo dei suoi alunni, ringraziando coloro che continuano a credere e sostenere la scuola “quale luogo di crescita collettiva all’interno del quale quotidianamente, professionisti insegnano ai nostri bambini la legalità, l’onestà, il rispetto delle norme e del prossimo”.

“Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell’esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell’amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il proprio dovere (Giovanni Falcone)”.

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