Questo post é stato letto 27400 volte!
«Ricorreremo in appello, si tratta di una sentenza assurda, kafkiana». Così il sindaco di S. Ilario dello Ionio Pasquale Brizzi commenta la sentenza emessa ieri pomeriggio dal tribunale di Locri riguardo al procedimento che lo vedeva imputato, insieme al funzionario comunale Pietro Emilio, per una procedura concorsuale espletata dal comune nel 2004.
Il primo cittadino è stato prosciolto per due dei tre capi d’imputazione – abuso d’ufficio e turbata libertà degli incanti – mentre è arrivata, del tutto imprevista, dato che anche il pubblico ministero Giuseppe Adornato aveva chiesto l’assoluzione con formula piena, la condanna a un anno di reclusione e al pagamento delle spese processuali per quanto riguarda il reato di falso materiale.
«Si tratta di un reato inesistente, che nell’ambito del processo non ha davvero motivo d’essere» dichiara il legale di Brizzi, l’avvocato Francesco Carnuccio.
«Davvero allucinante, una sentenza che non merita neppure di essere commentata» aggiunge l’avvocato Bagnoli, difensore di Pietro Emilio.
In pratica il collegio giudicante ha ritenuto il sindaco Brizzi responsabile per non aver espletato in maniera corretta la proceduta di esternalizzazione delle procedure relative al concorso, per la copertura di un posto di istruttore contabile, affidandosi direttamente alla “Cnipec”.
«La procedura di cottimo fiduciario, cui ha fatto ricorso l’amministrazione, costituisce una variante, del tutto legittima, della trattativa privata – chiarisce l’avvocato Carnuccio -. Si prescinde infatti dalla lettera d’invito a più imprese, allorquando la spesa per l’appalto risulti nel limite di 20mila euro, così come nel caso contemplato. Quindi, gli organi gestionali dell’amministrazione del comune di Sant’Ilario dello Ionio hanno legittimamente provveduto a negoziare solo con l’impresa CNIPEC, e ciò in ossequio alla normativa di legge vigente e, quindi, ai principi di buon andamento ed economicità dell’azione amministrativa. La sentenza ci stupisce alquanto, attenderemo il deposito della motivazione della sentenza e faremo subito ricorso in appello».
Intanto, stamane si è insediata la Commissione d’accesso, inviata dalla prefettura di Reggio Calabria.
«Abbiamo ribadito la nostra assoluta disponibilità a cooperare nello svolgimento del lavoro di accertamento – conclude Pasquale Brizzi – Come abbiamo avuto modo più volte di ripetere, siamo tranquilli del nostro operato e i commissari avranno modo di verificarlo».
Questo post é stato letto 27400 volte!