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Alla luce della nuova manovra economica approvata dal Parlamento con la reintroduzione dei ticket sanitari, la nuova amministrazione comunale continua a chiedere al Direttore Generale dell’Asp 5 l’abolizione degli sprechi di denaro pubblico su Gioia Tauro fino ad oggi tollerati.
L’Asp 5 di Reggio Calabria, retta dalla dott.ssa Squillacioti, continua a non tenere in considerazione gli sperperi di denaro pubblico più volte alla stessa denunciati.
Decine di migliaia e migliaia di euro l’anno, per pagare la pigione dei locali privati del Poliambulatorio di Gioia Tauro, situato presso la via Venezia, pur avendo la stessa Asp 5, all’interno dell’Ospedale Giovanni XXIII, ampi locali di sua proprietà e lasciati in disuso abbandonati a marcire.
Locali in affitto quelli attuali, peraltro, siti in una via senza sbocco, stretta, inadeguata secondo le normative di flusso di persone, che si contano in centinaia al giorno, costrette da motivi di salute a doversi recare presso il poliambulatorio dovendo, loro malgrado, fare prima i conti col parcheggio ben lontano dall’accesso della struttura e quindi con serie difficoltà a raggiungerla, per poi fare i conti con il disagio all’interno dei locali, specie in questo periodo, senza aria circolante.
Del resto cosa potrebbe offrire un ex deposito di agrumi se non lucernai ad oltre due metri da terra ed i più non funzionanti.
Eppure basterebbe con poche migliaia di euro, pari a qualche mese di affitto attuale, rimuovere subito la presenza di amianto in pannelli, finalizzati all’insonorizzazione, presenti nei locali dell’ex poliambulatorio di proprietà dell’Asp 5, siti all’interno del centralissimo Ospedale Giovanni XXIII, invece di pagare, con i soldi dei cittadini, l’affitto per una sede disagiata, sita in un vicolo cieco, e pericolosa in quanto circondata da altri locali con tetti in eternit.
Una decisione, quella di continuare a mantenere l’affitto di detti locali, voluto dall’attuale direttore generale dell’Asp dott.ssa Squillacioti, che non è assolutamente in linea con i principi di “taglio” agli sprechi voluti – con molto senso di responsabilità e lungimiranza – dal Presidente Scopelliti in un settore, appunto quello della sanità, finito a livello nazionale nell’occhio del ciclone proprio per l’alto debito ivi riscontrato.
Oggi tali sprechi – alla luce della nuova manovra economica (salasso) approvata dal Parlamento, e pubblicata il 16 luglio in Gazzetta ufficiale, che prevede da subito, in campo sanitario, il ritorno dei ticket obbligando i cittadini a pagare 10 euro sulle ricette per le prestazioni di specialistica ambulatoriale e 25 euro per i codici bianchi in pronto soccorso – non sono più giustificati né tollerati.
Se bisogna stringere la cinghia bisogna stringerla tutti a partire dal Direttore Generale dell’Asp 5 di Reggio Calabria.
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