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Intervengo pubblicamente nel generale dibattito che si è aperto negli ultimi giorni e che concerne, da una parte, la denunciata morosità dei cittadini del Comune di San Lorenzo nel pagamento dei tributi comunali e, dall’altra, la presa di posizione di alcuni rappresentanti dell’Ente, resa nota attraverso l’affissione di un manifesto pubblico a firma del Sindaco e del Funzionario Responsabile dell’Ufficio Tributi.
Pur premettendo l’immutata solidità dei rapporti personali con il Sindaco stesso, con i Colleghi Amministratori e con il Personale amministrativo, non posso esimermi, nel mio ruolo di Consigliere Comunale in carica, dall’esprimere il mio pieno dissenso rispetto alla forma ed alla sostanza dell’iniziativa intrapresa, non condividendone in buona parte i contenuti e non avendo apprezzato, particolarmente, il mancato, formale e preventivo coinvolgimento degli Organismi Politici Comunali nella discussione in atto.
Ho sempre creduto che il rapporto Amministratori/Ammninistrati, specialmente nelle piccole Comunità quale la Nostra, non possa e non debba che fondarsi sulla condivisione dei propositi e degli obiettivi, nonché sul quotidiano sforzo, da parte di tutti, volto al raggiungimento dei migliori risultati.
Ciò, però, impone obiettiva serenità nella rappresentazione dei fatti e ponderata lucidità nella individuazione dei rimedi.
Ritengo, in estrema sintesi, che le cifre riportate sul manifesto affisso recentemente costituiscano un coacervo di partite creditorie sulle quali ci sarebbe molto da ragionare (storicizzazione degli avvenimenti, cause dei mancati introiti, attuale effettiva esigibilità degli importi) e che la fredda rappresentazione di dati numerici, per quanto apparentemente risonanti, poco abbia da condividere con l’effettiva consistenza dei problemi.
Non credo, ancora, che le croniche problematiche di regolarità del flusso d’entrata possano risolversi con la generalizzata diffusione di un clima di “panico” (vedi paventato inasprimento dei controlli da parte di Organi Provinciali), tanto più che precedenti iniziative in tal senso hanno portato all’unico effetto (certamente non risolutivo) di agevolare l’insorgenza di qualche isolato procedimento giudiziale, senza, tuttavia, incidere in alcun modo sulla reale consistenza delle questioni.
Non v’è dubbio, in conclusione, che tra i doveri degli Amministratori vi sia quello di contribuire alla formazione di una positiva sensibilità rispetto all’obbligo tributario, così come non v’è dubbio che eventuali irregolarità ed infrazioni debbano essere perseguite con le forme previste dall’Ordinamento.
Non può omettersi, tuttavia, di valutate con altrettanta attenzione la qualità dei servizi erogati, considerato che proprio l’inadeguatezza degli stessi costituisce, spesso, la ragione della legittima e costruttiva critica da parte dei Cittadini. Riflettiamo.
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