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Il verso come strumento di indignazione: si è aperta coi “Dintorni Lontani” di Elisabetta Viti la rassegna promossa dal Circolo del Cinema “Il Pettirosso”, nel borgo antico di San Lorenzo. La silloge poetica sui diritti negati pubblicata a cura del Rhegium Julii (per la cui iniziativa è stata presente al Salone del Libro di Torino 2010) e vincitrice dell’ultima edizione del Premio Gilda Trisolini, con prefazione di Antonino Zumbo, è stata presentata, ieri sera, dal critico letterario, Lina Anzalone, e dalla stessa autrice.
Un’occasione per discutere, insieme al circolo del Cinema “icentopassi” di Cropani – Sellia Marina (che ha curato il reading di poesie e, a seguire, la presentazione del film “Niguri” di Antonio Martino), allo scrittore Domenico Loddo, al preside Franco Cernuto e alla Presidente del Pettirosso (Ficc), America Liuzzo, di quella che la scrittrice reggina definisce “una vera e propria emergenza dei diritti, nazionale e soprattutto locale, rispetto alla quale la parola deve tornare ad essere utile riscoprendo la propria funzione di impegno”.
Nel segno della parola biblica, di cui le liriche operano un costante ribaltamento fino ai limiti della dissacrazione: dal tema dell’annunciazione riletto nel dramma dello stupro bellico (“Maria di Bagdad”), al “Magnificat” di una giustizia sociale che non c’è.
“Abbiamo scelto questa raccolta come filo conduttore della nostra rassegna – ha spiegato America Liuzzo, presidente del Pettirosso – per il prezioso contenuto storico-sociale che emerge da ciascuna delle liriche e che fa di esse una originale riflessione sull’attualità”. Una contemporaneità colta nel segno dell’ossimoro indicato dal titolo, quella consegnata dall’autrice alle lunghe liriche della raccolta: tanti “dintorni lontani” come tutto ciò che dovrebbe essere vicino e continua colpevolmente a sfuggirci, diventando perfetta metafora di una terra, la Calabria, in cui è più facile per il poeta sentire, attraverso la propria, le ingiustizie del mondo. Il dramma dell’emigrazione, l’incertezza del lavoro, l’assenza di futuro, i ricatti e le ipocrisie del potere. Il tutto raccontato attraverso una lettura critica delle strutture bibliche, volutamente rovesciate dall’autrice per rafforzarne la domanda di riscatto ad esse sottesa.
Salvo l’insistita potenza, creatrice e salvifica della Parola, a cui si lega, nella silloge, una controversa funzione di memoria: “Scheletri di inchiostro / chiusi in armadio / resteranno per sempre / e nemmeno una ragione / per dover ritornare”.
Elisabetta Viti
E’ nata a Reggio Calabria dove vive. Giornalista pubblicista, collabora attualmente col “Quotidiano della Calabria”. Nell’ambito dell’attività letteraria, è stata finalista, nel 2003, al Premio Rhegium Julii inedito, col racconto Pupazzi, e, nel 2007, con la raccolta di racconti Disegnodidio. al Premio Pensieri d’Inchiostro della Giulio Perrone Editore. Con la silloge Dintorni Lontani ha vinto il Premio Gilda Trisolini 2009.
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