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E’ senza dubbio uno degli artefici in campo del cammino sin qui straordinario del San Giorgio.
Dopo anni con la maglia gialloblù della Reggio Mediterranea, con la quale ha vissuto gioie e dolori per quasi un quinquennio, coronato dalla promozione in Eccellenza all’ultima sua apparizione con i reggini di Bruno Leo, è adesso uno dei veterani del calcio dilettantistico calabrese. Per lui si contano anche esperienze con Palmese e Gallicese e, insomma, Giovanni D’Ascola è adesso un punto fermo del San Giorgio, che nel campionato di Prima Categoria si sta ritagliando un ruolo decisamente da protagonista, dietro soltanto alla corazzata Gioiese. A fine allenamento ha rilasciato qualche dichiarazione all’ufficio stampa della società. Tutto iniziò la scorsa estate:
“Dopo essere venuto a conoscenza del fatto che non avrei potuto proseguire più l’avventura alla Reggio Mediterranea, per motivi lavorativi, che mi tenevano molto impegnato, non nascondo che ho anche pensato di smettere di giocare – ha esordito D’Ascola – e sinceramente non mi vedevo più con nessun’altra maglia, malgrado la chiamata di molte squadre. Ma dopo una chiacchierata con il presidente Bruno Caridi è come scattata una scintilla. Ci siamo trovati su tutto, anche soprattutto sulla cosa principale, gli orari degli allenamenti che potessero così ben incastrarsi con quelli del mio lavoro. Quindi ho deciso di firmare, colpito anche dalla grande ambizione di questa giovane società, testimoniata dalla campagna acquisti che il presidente aveva in mente e che ho perfezionato nel giro di un mese”.
Quest’anno il campionato di Prima Categoria ha conosciuto un notevole incremento del tasso tecnico e qualitativo tra gli organici, tenendo presente gli arrivi di alcuni calciatori da categorie superiori. Il San Giorgio si è adeguato quindi con una grande campagna acquisti perciò:
“Mi aspettavo questa competitività nelle prime tre-quattro posizioni e considerata la nostra campagna acquisti, ero certo che ci saremmo potuti trovare nei primi tre posti – ha proseguito D’Ascola – ed è normale che comunque non sia stato facile calarsi, per molti di noi, in una categoria del genere. I meriti, ad ogni modo, sono di tutti perchè vedendo una società del genere, che si è affacciata ai campionati dilettantistici soltanto da quattro anni, avere un cammino come questo dalla Terza Categoria, riuscendo a dire la sua, ad alti livelli anche in Prima, non posso nascondere la mia grande ammirazione per il progetto del presidente Bruno Caridi, il quale se continuerà in questa direzione, potrà essere considerato presto nel novero di quei patron, come Bruno Leo ad esempio, che sa fare calcio, sa dove vuole arrivare e come raggiungere i suoi obiettivi”.
D’Ascola ha quindi concluso augurandosi un futuro radioso per questa piccola grande realtà che, gradualmente, si sta guadagnando la considerazione che merita, per quanto sta fatto sin qui e per quanto ancora, potenzialmente, potrebbe diventare, con un occhio all’obiettivo finale di questa stagione e alla forza della Gioiese:
“Posso dire tranquillamente e con molta presunzione che, se il presidente continua con questa voglia anche in futuro, il San Giorgio potrà arrivare a grandi livelli, ritagliandosi considerevole spazio e notorietà nel calcio dilettantistico calabrese. Oggi è senza dubbio una realtà in piena crescita, con grande merito della squadra, dei tecnici che ci lavorano, della cura dei dettagli del professore Alati riguardo la parte atletica. La strada è ancora lunga, ma i presupposti per raggiungere qualcosa di importante ci sono tutti. Ripeto, è un campionato impegnativo, noi siamo una matricola, ma ci giocheremo partita per partita fino alla fine. Sappiamo ciò che vogliamo, ovvero la Promozione.
Se attraverso il primo posto, attualmente distante sei punti, o attraverso i playoff, questo a dirlo saranno il campo e la posizione che ci saremo meritati, con la consapevolezza che la Gioiese, per blasone, per tradizione, per forza econimica è superiore anche a formazioni che militano in Promozione e in Eccellenza. Ha un organico di tutto rispetto e di giocatori di altre categorie, soprattutto una profondità della panchina che poche squadre possono vantare. Chi non ha visto le partite tra San Giorgio e Gioiese, vedendo i risultati finali, potrebbe pensare che i viola avranno sempre vita facile contro di noi. Eravamo rimaneggiati e loro sempre al completo. Poi se dovessimo arrivare allo scontro diretto in una situazione fisico-atletico e di classifica favorevole con un distacco dimezzato, sarà sempre il campo a decretare il vincitore. Sappiamo che ogni partita ha una storia a sè, e noi cercheremo di scriverla, dalla porta principale o secondaria, l’importante è che siano gli altri a leggerla”.
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