Samo, Bonfà contro le nuove teorie sulle origini: Stranges risponde

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Bonfà contro le nuove teorie sulle origini di Samo

Lettera aperta del Dott. Stefano Bonfà, che ha fatto pervenire poche ore fa, presso la redazione del sito Web Tuttosamo.it, un quotidiano di informazione locale che ha come sede operativa proprio nel paesino di Samo in provincia di Reggio Calabria.

Ed è qui che entra protagonista questo splendido paesino, ai piedi dell’Aspromonte, tutto inizia a seguito di alcune video-interviste, pubblicate su You-Tube, realizzate da un gruppo di appassionati, che stanno cercando di documentare la storia del territorio, cercando di apportare un serio contributo in favore della verità sulle origini dei Borghi, che oggi troviamo spesso, poco documentati e privi di una “vera identità”, Borghi, ammantati di leggende che attendono di avere risposte concrete e veritiere, cercando attraverso la scienza di portare alla luce le verità nascoste, senza alcuna pretesa e senza alcuna voglia di scatenare liti tra i tanti storico-ricercatori locali.

Il Dott. Bonfà nella sua Nota scrive così:

Carissimi, Riguardo i recenti video sulla “storia” di Precacore, secondo le “sensazionali scoperte” di Sebastiano Stranges: – il nome SAMO, dato nel 1911, è frutto di un errore di lettura (di qualcuno che, consultando un documento del periodo aragonese, ha scambiato SARNO per SAMO).

SAMO, prima di chiamarsi Precacore, si chiamava SARNO; – prima del 1911, il nome SAMO, legato alla zona, non esisteva proprio. Gradirei controbattere: La denominazione Samo è stata data con Regio Decreto N. 716 del 02/07/1911. Non nasce quindi da un equivoco, ma a seguito di una lunga discussione letteraria che perdurava già da diversi secoli. Vedasi, solo a titolo di esempio: Barrio Gabriele, Antichità e luoghi della Calabria, Roma 1571; Marafioti Girolamo, Croniche di Calabria et antichità, Padova 1601; Fiore Giovanni, Della Calabria illustrata, Napoli 1691; Elia De Amato, Pantopologia Calabra, Napoli 1725; Macrì Michelangelo, Discussione istorico-critica sulla italogreca città di Samo, Napoli 1831; Tedesco Vincenzo, Memoria sui luoghi antichi e moderni del circondario di Bianco, Napoli 1856.

Statuti Generali della Società dei Liberi Muratori, Napoli 1863. Tale discussione prese spunto dall’affermazione di S. Tommaso d’Aquino secondo cui Pitagora è nato a Samo di Calabria. Scriveva il Barrio nel 1571: “ Oltre sorge il castello di Crepacore, in luogo alto, con miele rinomato; dista dal mare 5000 passi; forse una volta detto Samo; infatti in questi luoghi i Samii fondarono la città di Samo.” Riguardo la cacciata dei Samii da Messina: “E i Samii si affrettarono a recarsi a Samo, città della Calabria, già una volta fondata dai Samii.” Samo, prima di chiamarsi Precacore, si chiamava, infatti, Crepacore, come dimostra la tradizione orale e come dimostrato da numerosi testi. SARNO è una cittadina in provincia di Salerno, che conserva lo stesso toponimo che aveva nel periodo aragonese. Stefano Bonfà Roma, 28 marzo 2014

Chiamato in causa, il Prof. SEBASTIANO STRANGES (Archeologo Onorario della Sovraintendenza dei Beni Culturali) che ha inoltre alle spalle numerose scoperte archeologiche sul territorio, risponde a Bonfà, scrivendo:

Mi spiace che non si voglia acquisire una mentalità fondata sul dato scientifico e non sulle elucubrazioni degli eruditi locali che tanti danni hanno fatto nei confronti della verità. Sta di fatto che nessuno degli eruditi che hanno scritto di Samo, sono archeologi e conoscono la storia fondata e provata. Una sola città dell’antichità manca tra Locri e Reggio, ed è Taisia ( posta secondo gli storici dell’antichità nell’immediatezza del confine tra Reggio e Locri). I Sami sono arrivati a Locri, si sono fermati pochissimo e si recarono a Reggio, dove furono scacciati e giunsero a Zancle (Tucidide ).

A Messina o Zancle si unirono con altri popoli e occuparono la Città. Furono scacciati successivamente e si diressero pochi miglia più a nord ANASSILA Enciclopedia Italiana (1929) di Gaetano Mario Columba
“ANASSILA” o Anassilao (‘Αναξίλας o ‘Αναξίλαος). Figlio di Cratine, tiranno di Reggio (494-476 a. C.) discendeva da famiglia emigrata dalla Messenia e domiciliata a Reggio da lunga pezza. Era pervenuto al potere rovesciando l’oligarchia dominante. Per la sua posizione stessa, Reggio era rivale di Zancle, la città dell’altra sponda dello Stretto, a capo della quale era in quel momento Scite, alleato d’Ippocrate tiranno di Gela. Anassila aveva pertanto di fronte a sé un avversario che incuteva rispetto.

Per di più, il territorio di Scite stava per essere ripopolato dall’afflusso di profughi di Samo e di altre città ioniche, ai quali gli Zanclei avevano preparata una sede sulla costa settentrionale dell’isola. Ma la situazione fu improvvisamente mutata, per il fatto che i Samî, invece di fondare una nuova città, s’impadronirono di Zancle stessa, ed acquetarono Ippocrate, venuto a dare aiuto agli alleati, con una larga partecipazione alle spoglie.

La condotta proditoria dei Samî fu dovuta, come tra i Greci dell’Italia meridionale si narrava, ai suggerimenti dati loro da Anassila. D’altro canto, i Samî non dominarono a lungo a Zancle. Anassila s’impadronì di questa città e la popolò con gente di diversa stirpe. Ci si parla anche di Cadmo di Cos che avrehbe strappata – se così si deve leggere nell’antico testo – la città ai Samî e l’avrebbe popolata appunto con elementi di razza diversa. C’è quanto basta per vedere che si tratta di uno stesso fatto e che Cadmo non fu che lo strumento di cui Anassila si valse al suo intento. Nel corso di questi avvenimenti il nome di Zancle fu sostituito con quello di Messene e poi Messana.

I Sami coniarono moneta propria, raffigurante protome leonina e torello incuso. Quante monete samie son state trovate a Samo attuale? Le ceramiche samie sono facilmente riconoscibili, fino ad ora sono state trovate fino a Palizzi, in numero esiguo, probabile mezzo di scambio con le popolazioni del luogo. Una città di 80 mila abitanti (come sostengono gli eruditi locali ) lascia molte tracce , lascia un’infinità di reperti sparpagliati su 300- 400 ettari. Non ne ho visti, ne io ne le 20 università internazionali che hanno condotto accurati survey nel territorio. Su Pitagora…. preferisco tacere, nessuno con una discreta scolarità si permetterebbe di confutarne la storia e la provenienza.

Alla discussione aperta sul caso Samo, e raggiunto al telefono, Carmine Laganà, (Ricercatore Architetto ed autore di pubblicazioni ormai note) sulla questione dichiara:

A tutti noi calabresi piacerebbe molto sostenere che Pitagora sia nato a Precacore o cose simili ma purtroppo dobbiamo essere seri in questo, quel che è certo, è che nel 1743 le idee erano chiarissime ,dal documento che ho in possesso si rileva che a quel tempo già esistevano i ruderi del castello di Sarno e si trovava come si può leggere, vicino Precacore, il documento e indica con precisione anche il luogo dove sorgeva.

Si infittisce dunque il mistero sulle origini di Samo. Occorrerà di sicuro far maggiore chiarezza sulla vicenda, comune a molti altri centri del nostro territorio, ricco di elementi che oggi sentono la necessità di avere maggior chiarezza, confrontando tutte le notizie storiche, avendo cura di essere trascritte e trasmesse alle generazioni future. Confrontarsi sulle vicende STORICHE ,spesso in contraddizione fra di loro , è necessario per arrivare a tracciare le linee precise sulle nostre identità.

Il video incriminato:

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Author: Carmine Verduci

Nato a Brancaleone nel 1984, ha frequentato l'istituto d'arte di Locri. Artista e scrittore, ama la musica, la natura, la fotografia, la storia delle leggende Calabresi e dell'archeologia. Si occupa di divulgazione e promozione culturale dell'area grecanica e locridea, attraverso l'organizzazione di eventi culturali nella propria città e sul territorio.

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