Saline Joniche (RC), nuovi manifesti della Sei

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manifesti sei a saline

di Francesco Iriti (Calabria Ora)

La Sei continua la sua campagna di “sensibilizzazione”. Per la terza volta la società svizzera, che ha avanzato il progetto su una centrale a carbone che dovrebbe sorgere nell’area dell’ex Liquichimica a Saline Joniche, ha creato dei manifesti inneggianti le peculiarità del carbone quale mezzo da utilizzare per lo sviluppo di energia in Italia. Anche in questo caso sono stati usati due manifesti di colore celeste ed azzurro, mentre cambiano naturalmente i contenuti. Ci eravamo lasciati con slogan del tipo «L’anidride carbonica non è tossica» e «Grandi opportunità!».

Oggi, invece, in tutto il territorio grecanico scorgiamo frasi come «Energia elettrica prodotta dal carbone» e «Progetti concreti a Saline Joniche». Nello specifico, il manifesto celeste riporta un grafico con le percentuali di consumo di carbone per produzione di energia in Germania (51%), Danimarca (44%) mentre in Italia è ferma al 14%. Inoltre, si specifica che «in tutta l’Europa sono anche decine i progetti a carbone autorizzati in costruzione».

L’altro manifesto, invece,  riproduce l’immagine della “Saline del domani” specificando che il «Progetto Sei è un punto di partenza. Riqualificazione dell’ex Liquichimica, riattivazione del porto, realizzazione di un impianto all’avanguardia. Nuovi interventi dal quale il nostro territorio può ripartire». Si tratta ancora una volta di quella campagna di sensibilizzazione annunciata dai vertici svizzeri, in attesa del primo incontro pubblico. Tuttavia, bisogna fermarsi a riflettere per cercare di tracciare le linee guida ad una vicenda che ha del paradossale e che rischia di far cadere nella confusione i cittadini, coloro che alla fine dovrebbero avere voce in capitolo.

La commissione Via, che è nazionale, ha dato parere positivo al progetto mentre è stato ribadito un no dal consiglio regionale oltre ai vari enti locali e provinciali. La partita in teoria doveva essere chiusa. Invece la Sei continua, ed è lecito che lo faccia visto che stiamo parlando di un progetto finanziato con soldi privati. Quali sono i motivi? In mezzo si assiste a riunioni da parte dei vari comitati del no, si assiste a dichiarazioni di vari personaggi politici che parlano di rilancio dell’area dell’ex Liquichimica, la Sei parla di “strumentalizzazioni mediatiche” anche se di concreto ancora non si ha nulla.

L’unico dato certo e toccabile con mano sono questi manifesti della Sei che per scelta di colori e per contenuti attirano l’occhio dei cittadini che rischiano nuovamente di rimanere “schiacciati” in questo vortice di si, no e ni. Al momento rimane un progetto di una società svizzera e le promesse di “rilancio dell’area” dell’area, avanzate anche da personaggi che ricoprono cariche importanti da qualche decennio e che soltanto ora guardano a questo lembo dell’area grecanica.

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Author: Consuelo

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