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di Francesco Iriti (pubblicato su Calabria Ora)
E’ iniziato tutto con un passa parola generale e con dei volantini fatti girare nei vari comuni. E’ questo l’incipit dell’iniziativa che in circa 20 giorni ha visto l’organizzazione di un appuntamento molto sentito che ha fatto registrare il tutto esaurito presso la palestra polivalente di Saline Joniche. Non è un caso se da più parti qualcuno ha considerato l’incontro di ieri come “la giornata del No al carbone”.
Tutto era nato con un semplice manifesto che invitava «cittadini, associazioni, sindaci e rappresentanti delle istituzioni per manifestare contro la costruzione della centrale a carbone che si dovrebbe costruire nell’area dove ora insiste la ex Liquichimica». Una data, un orario ed un unico obiettivo sono serviti per far giungere più di mille persone all’interno di un luogo non scelto a caso: una struttura sita in un comune, quale quello di Montebello Jonico, dove dovrebbe sorgere la centrale a carbone. Bastava uscire fuori dalla struttura per scorgere da lontano l’acqua cristallina del mare antistante, e l’accozzaglia di lamiere, oltre alla caratteristica torre, simbolo di uno sfruttamento errato della zona sin dal 1970 quando, con il pacchetto Colombo, è iniziato lo scempio a Saline Joniche.
L’incontro ha rappresentato il punto di inizio di un movimento che «vuole essere compatto e che ha creato questo momento – hanno affermato gli organizzatori – per comprendere la risposta che la cittadinanza e le istituzioni vorranno dare a questa iniziativa il cui bisogno è nato, da parte degli organizzatori dopo la decisione della commissione Via che ha dato parere positivo al progetto della Sei».
Il comitato si è prodigato per questa iniziativa rivolgendosi alla cittadinanza in quanto «non aspettiamo anche questa volta che altri decidano le nostre sorti e le sorti delle generazioni future della nostra terra». La risposta massiccia di presenze testimoniano che il messaggio è stato recepito a dovere dalla popolazione che è diventata parte attiva del proprio futuro.
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