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di Francesco Iriti (pubblicato su Calabria Ora)
«Realizzazione di una nuova centrale dotata delle migliori tecnologie per un utilizzo pulito del carbone e di un polo tecnologico d’avanguardia a Saline Joniche». Esiste un sito apposito www.progettosei.it all’interno del quale sono contenute tutte le notizie del progetto delle nuova centrale a carbone. Una disamina semplice e diretta, corredata da foto in miniatura, sia sul progetto iniziale, «che sulle dovute modifiche apportate dagli esperti alla cosiddetta alternativa architettonica, elaborata come risposta alle integrazioni richieste dal Ministero dell’Ambiente all’interno della procedure di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA)».
La cosa che stona con la vicenda è che ancora, al giorno d’oggi, fatta eccezione per gli amministratori dell’area grecanica, nessuno ha ancora visto da vicino il progetto. I sindaci in questione hanno i documenti in mano mentre del secondo progetto, presentato nei giorni scorsi in due incontri “segreti”, i tecnici non hanno lasciato copia ai diretti interessati. Si aspetta, ancora, il tanto paventato incontro con i cittadini e la stampa o forse tutto verrà fatto in caso di parere positivo definitivo. Fermo restando che la stessa Sei, nel sito in questione, riporta «che per la SEI lo sviluppo dei propri progetti passa necessariamente per il confronto con le comunità locali coinvolte. La partecipazione di tutte le parti interessate alla creazione di un progetto, soprattutto se di ampio respiro come quello previsto per la Centrale di Saline, è presupposto imprescindibile al successo dell’iniziativa».
Ritornando ai dati forniti si evince che «la Centrale sarà dotata di una tecnologia estremamente avanzata – Ultra Super Critica (USC) a polverino di carbone – che consente di aumentarne l’efficienza, ridurre la quantità di combustibile utilizzato e, di conseguenza, limitare notevolmente le emissioni. Le emissioni saranno ampiamente al di sotto dei limiti di legge previsti in Italia e in Europa. La Centrale svilupperà, a pieno regime, una potenza pari a 1.320 MWe e sarà inoltre predisposta per la cattura del 100% della CO2 prodotta». 7 milioni e 600 mila tonnellate di C02 emesse all’anno nell’aria per una centrale che usufruirà con un raffreddamento ad acqua di mare ed utilizzerà il polverino di carbone. 322.750 m2 la superficie che verrà occupata, 180 metri l’altezza della ciminiera. 1.320 (660×2) MWe la potenza elettrica dell’impianto, 35 km di elettrodotto, 300.000 tonnellate di carbonile. all’anno. Questi sono solo alcuni dei dati riportati nella scheda.
Spiegazioni vengono fornite anche sulla questione di nuovi posti di lavoro. «Per la realizzazione della centrale, che dovrebbe concludersi nell’arco di 4 anni, sono previsti 1.500 addetti. Successivamente, quando la centrale entrerà in funzione a pieno regime saranno necessari, in forma stabile, circa 300 addetti, tra personale impiegato e indotto direttamente collegato alla vita dell’impianto»..
La centrale viene descritta come volano di sviluppo dell’intera area in quanto «potrà creare sviluppo anche indirettamente, in ragione ad attività turistico e commerciali, legate alla riqualificazione del porto già esistente, o alla valorizzazione di risorse precedentemente trascurate, come l’area del “Pantano”».
Il progetto Sei, si legge sempre tra i dati, lancia anche una sfida allo sviluppo in quanto «la SEI è disposta a sostenere le idee già messe in cantiere ma non ancora decollate, che vogliano rilanciare il turismo nella Regione con un profilo organico ed economicamente vantaggioso, oppure legate a progetti naturalistici».
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