Saline Joniche (Rc), Il Coordinamento Associazioni Area Grecanica contro il Carbone

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no carbone

Riceviamo e pubblichiamo:

L’approvazione della V.I.A. da parte del governo si è trasformata in un boomerang per la SEI-Repower.
La levata di scudi in difesa del territorio, contro la centrale a carbone, da parte della quasi totalità dei cittadini, delle associazioni, dei comitati e del mondo politico dà visione chiara e incontrovertibile di quella che è la scelta che ha fatto la Calabria intera. Il NO netto al carbone è sotto gli occhi di tutti.
La V.I.A., tanto agognata dalla società italo-elvetica, ha smascherato tutte le bugie e le favole raccontateci sul carbone. Si può leggere che nel progetto presentato dalla SEI-Repower “NON VI È SUFFICIENTE APPROFONDIMENTO DELLE CAUSE DEL DEGRADO AMBIENTALE LOCALE E DELLE PREVISIONI SUGLI EFFETTI DELL’ESERCIZIO DELL’IMPIANTO”
Si legge: “NON VI È SUFFICIENTE VALUTAZIONE DEI DANNI ALLA SALUTE E DELLE CONSEGUENZE ECONOMICHE E SANITARIE A CARICO DELLE POPOLAZIONI CHE OSPITANO GLI IMPIANTI”, e ancora: “NON È PRESA IN CONSIDERAZIONE LA PRESENZA DEI CENTRI ABITATI DI SALINE JONICHE, SANT’ELIA, CARACCIOLINO, MASELLA, RIACE E DI ANNÀ DI MELITO PORTO SALVO E LE CONSEGUENZE CHE IL PROGETTO AVREBBE SU DI ESSI”
Queste sono solo alcune delle numerose zone oscure del progetto. E’ inconcepibile come sia stata concessa la V.I.A. ad un progetto pieno di lacune, punti irrisolti e studi non fatti e che si disinteressa volontariamente delle conseguenze nefaste che la  centrale porterà al territorio e alla popolazione.
Non sono stati presi in considerazione i comuni di Montebello Jonico, Melito di Porto Salvo, Motta San Giovanni e i loro abitanti. Considerati territori da colonizzare, consumare e distruggere, per poi abbandonarli al loro destino. Tutto questo è inaccettabile! Di fronte a questa voluta cecità occorre uno scatto d’orgoglio della popolazione e soprattutto degli amministratori, che hanno il dovere di difenderci da chi, in modo colpevolmente consapevole, vuole portare la rovina nella nostra terra.
Le ricerche medico-scientifiche e l’esperienza delle città nelle quali sorgono le centrali, parlano chiaro. Sono un monito per tutti noi. Il carbone sarà la morte della nostra terra.
C’è chi vorrebbe vendere il futuro dei propri figli per 140 posti di lavoro, c’è chi è tentato a scendere a compromessi per avere i soldi delle opere di compensazione, ci sono persone disposte a vendersi e a vendere la propria terra, ma non glielo permetteremo. E’ folle prendere 140 posti di lavoro per poi perderne centinaia o anche migliaia nei settori di agricoltura, turismo, pesca. Gli abitanti dell’Area Grecanica e del Reggino non si venderanno! Dopo la pubblicazione della V.I.A. ogni dubbio è stato fugato, non solo,  alla SEI-Repower importa così poco della nostra terra e dei suoi abitanti che ha ritenuto superfluo effettuare gli studi sull’impatto che la sua centrale a carbone avrà sul territorio. Chi se ne frega dell’Area Grecanica, chi se ne frega del Reggino, chi se ne frega della gente, loro hanno altri interessi. Noi tutti, amministratori in testa, dobbiamo essere compatti per respingere questa minaccia che incombe sulle nostre vite. Arrendersi o vendersi equivale a firmare la condanna a morte della nostra terra. Banchetti informativi e di raccolta firme continueranno ad essere allestiti in tutto il territorio. Le azioni di sensibilizzazione si faranno sempre più forti. A tal proposito ringraziamo tutti gli artisti, tra cui Mimmo Cavallaro e i Tarantaproject, che dal palco dei loro concerti stanno lanciando insieme a noi un unico e forte messaggio: NO AL CARBONE!

Coordinamento Associazioni Area Grecanica
www.nocarbonesaline.it
Pagina Facebook “NO alla centrale a carbone di Saline Joniche (RC)”

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Author: Francesco Iriti

Storico Direttore di www.ntacalabria.it, ed ideatore insieme a Nino Pansera della testata ntacalabria.it, E' giornalista pubblicista dal 2008. Vive in Irlanda da circa 10 anni come Digital Marketing Manager, ma porta avanti il giornale con l'aiuto di vari collaboratori che hanno sposato il progetto di Ntacalabria.

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