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di Francesco Iriti
“Nonostante le chiacchiere e le promesse di questo o quell’altro, con il progetto della centrale a carbone portato avanti dalla Sei, potrebbero forse davvero tornare ad essere una grande risorsa per un futuro migliore sia i rottami e detriti di quella ex fabbrica fantasma, presenti da quasi 40 anni, che fanno bella cornice ad un porto altrettanto distrutto ed abbandonato a se stesso, insieme alla grande area delle O.G.R.”.
Il presidente del comitato “Vedere Chiaro”, Domenico Foti, si scaglia contro “i soliti discorsi dei comitati del NO che ci hanno solo riempito le orecchie e la testa”.
Un desiderio di rilancio dell’intera area che ha portato lo stesso comitato, “unitamente ad altri gruppi, a rivolgersi alla Sei per richiedere materiale e documentazione che possa farci capire ed informare su tutti gli aspetti del progetto, ma principalmente sui temi che in assoluto più ci premono, ovvero quello sulla salute delle persone e dell’ambiente che ci circonda.
Foti sottolinea come “la Sei ha iniziato da un pò di tempo a far vedere tramite manifesti affissi nei vari Paesi interessati quali sono gli aspetti e le caratteristiche dell’impianto che vorrebbe costruire a Saline, ed i soliti “furbi” contrari hanno pensato bene di scarabocchiarci sopra il NO, cercando così di non permettere alla gente di poter leggere civilmente le informazioni in essi contenuti.” Un aspetto che non fa che “non farci fare bella figura come persone educate e corrette, ma che non ci scoraggia nel voler continuare ad avere informazioni e certezze.”
Il Comitato “Vedere Chiaro” si sta impegnando in tal senso per sensibilizzare la cittadinanza. Infatti, da tempo “ ci stiamo adoperando a raccogliere pareri e consensi, sia favorevoli che contrari al progetto, per far sì che la popolazione possa davvero prendere “coscienza e conoscenza” dell’importanza che la realizzazione della centrale potrebbe significare per questa terra e di quello che potrebbe essere un futuro basato sullo sviluppo di un grande investimento industriale che potrebbe rilanciare un vastissimo territorio della fascia jonica, creando attorno a sé un ulteriore indotto di attività che porterebbe tanti posti di lavoro e la creazione di tante attività commerciali che potranno inserirsi nel contesto di tale sviluppo”.
“Il tutto sempre e comunque supportato dalla primaria e assoluta garanzia della salute e dell’ambiente, elementi imprescindibili che sono già passati – conclude la nota – con esito positivo attraverso una valutazione con concessione piena della V.I.A. del Ministero dell’Ambiente.
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