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di Francesco Iriti (pubblicato su Calabria Ora)
«Quanto vale la democrazia? Dipende da quanto questa possa portare guadagni alle lobby finanziarie e da quanto la volontà popolare sia allineata agli interessi di questi soggetti economici transnazionali». Giorgio Arconte, membro della federazione provinciale reggina del MSI-Fiamma Tricolore si pone questo interrogativo in merito al «caso della possibile costruzione nel territorio di Saline Joniche di una centrale elettrica a carbone, dove nonostante si siano espressi già negativamente il Ministero dei Beni Culturali, la Giunta ed il Consiglio Regionale della Calabria, la Provincia ed il Comune di Reggio, le amministrazioni del comprensorio Jonico e diverse associazioni di varia vocazione, dove nonostante la quasi totalità della popolazione sia contraria, il progetto della centrale elettrica procede comunque».
«Visto che l’ex Liquilchimica, area dove dovrebbe sorgere questa centrale, è già simbolo di scelte politiche scellerate – si chiede Arconte – e fallimentari perché ancora si persevera diabolicamente in queste disgraziate scelte?» Ad avviso della federazione provinciale del MSI-Fiamma Tricolore «le alternative non mancherebbero. Infatti l’area investe una zona di grande interesse naturalistico e paesaggistico, non solo per la stupenda costa invidiataci da tutto il mondo ma non sfruttata, non solo per la bellezza geomorfologica delle tre rocce di Praca, Presterà e Pentedattilo, ma anche per il passaggio migratorio, nel pantano di Saline, di molte razze di uccelli anche in via d’estinzione».
«Logica vorrebbe che ci si attivasse per promuovere una economia che valorizzi la vocazione chiaramente turistica – continua la Fiamma Tricolore – di questo territorio anche perché la Calabria esporta già il 66% dell’energia che produce in esubero perché non ha industrie e lavoro».
Secondo Arconte «bisogna svelare l’ultima bugia. La SEI può impegnarsi quanto vuole in incentivi che riducano il costo dell’energia elettrica nella zona jonica, ma i soldi risparmiati non saranno mai pari a coprire le salatissime sanzioni economiche che l’UE applicherà all’Italia poichè la centrale a carbone produrrà all’anno 7,5 milioni di tonnellate di CO2 – aggiunge la nota – in evidente contrasto con gli impegni assunti dall’Italia assunti in ambito comunitario ed internazionale di ridurre sensibilmente l’emissione di gas serra».
«La federazione provinciale reggina del MSI-Fiamma Tricolore – conclude la nota – intende entrare attivamente nel comitato contro la costruzione della centrale a carbone di Saline ed annuncia la propria presenza alla manifestazione organizzata dal comitato del no che si terrà a Saline il prossimo 6 novembre».
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