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di Francesco Iriti
“Nessuno vuole il progetto della Sei che prevede una centrale a carbone a Saline Joniche”. E’ stato questo il leitmotiv dell’incontro organizzato dal “Fronte del No” che si è tenuto sabato mattina nella frazione marina del comune di Montebello Jonico. Nonostante un considerevole calo di presenze rispetto alla riunione dello scorso 6 novembre, politici, rappresentanti sindacali, associazioni, comitati e comuni cittadini hanno ribadito questo concetto.
Si è parlato dell’azione della Sei “che continua imperterrita a sponsorizzare il proprio progetto nonostante la risposta negativa ricevuta durante i vari consigli comunali, provinciale e regionale. Dobbiamo registrare che la Sei ha aperto degli info point sul territorio, affigge manifesti con dati non veri e diffonde brochure e video sul web per tentare di convincere la gente”.
Non sono mancati riferimenti alle cosiddette “alternative” sul territorio per “evitare il reale proliferare dell’ipotesi del carbone in questa area”. Mimmo Romeo e Lillo Barbaro del “Fronte del no” e da Giuseppe Toscano del coordinamento delle associazioni dell’Area grecanica hanno introdotto il dibattito.
Sono intervenuti, fra gli altri, il consigliere regionale Giuseppe Bova, i consiglieri provinciali Omar Minniti e Bernardo Russo, Nuccio Barillà di Legambiente, Santo Biondo della Uil, Raffaele Signoriello della Cgil, Grazia La Rizza della Cisl, il segretario regionale del Wwf Giuseppe Paolillo, il segretario provinciale dell’Udc Paolo Mallamaci, Michelangelo Tripodi del Pdci, Oscar Ielacqua del Pri, i sindaci Pasquale Sapone (San Lorenzo) e Paolo Laganà (Motta) e, per il comune di Montebello, l’assessore Oreste Barbaro e i consiglieri di minoranza Loris Nisi e Ugo Suraci.
L’esponente ambientalista Barillà ha dichiarato che “l’unica carta che il colosso svizzero è in grado di far valere è quella della forza di convincimento del denaro, come dimostra la convenzione stipulata con l’Università di Reggio ed attualmente in discussione al Senato accademico. Noi non ci faremo intimorire: se vogliono il gioco duro non ci faremo trovare impreparati. Inizieremo, ad esempio, a chiedere spiegazioni su come sia avvenuto il passaggio di proprietà dei terreni acquisiti per costruire la centrale”.
Minniti e Russo hanno, inoltre, anticipato che la Provincia a breve lancerà un concorso internazionale di idee, con il coinvolgimento delle università, finalizzato ad avanzare proposte per lo sviluppo dell’area di Saline. Bova ha lanciato la proposta di una raccolta di firme contro la centrale in tutti i paesi dell’Area grecanica.
In merito alla manifestazione sono intervenuti, in una nota congiunta, i comitati “Vedere Chiaro” e “Trasparenza” nelle persone dei portavoce Domenico Foti e Leandro Fisani, che hanno apostrofato “centrale a carbone: un grande “flop” la manifestazione di sabato 12 marzo”. “La tanto strombazzata manifestazione che era stata annunciata dal cosi detto “Fronte del No” si è sciolta come neve al sole,- continuano i due comitati – se il risultato è quello ottenuto dai detrattori della Centrale termoelettrica sabato mattina”.
Nella loro disamina, Foti e Fisani sottolineano come “di tutti gli interventi di grandi personalità politiche, imprenditoriali, scientifiche e quant’altro, neppure l’ombra. Le figuracce alla fine non pagano mai. Presente solo qualche probabile futuro candidato di una corrente di politica che cerca disperatamente di attaccarsi , ancora una volta, al “carro” del “No alla Centrale”, sperando che sia ancora utile per ottenere consensi alle prossime votazioni”.
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