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di Francesco Iriti (Pubblicato su Calabria Ora)
I 70 anni dell’affondamento della Laura Couselich, detta Laura ‘C’, una imponente nave di trasporto della Marina Militare Italiana salpata dal porto di Venezia il 28 giugno 1941 e affondata il 3 luglio dello stesso anno, al largo di Saline Joniche. Ieri mattina la spiaggia antistante il luogo in cui fu affondata la nave è diventato lo scenario ideale per commemorare uno dei relitti più importanti della storia italiana.
La Pro Loco di Saline ha dato vita a questo importante momento lungo la foce del Torrente Molaro, moderato dal giornalista Vincenzo Malacrinò, che ha visto la partecipazione di vari autorità.
L’introduzione è stata fatta dal presidente della Pro Loco Romeo che ha ricordato le vittime che sono legate allo storia della Laura C, caratterizzata da esplorazioni, indagini e mistero.
Il comandante della capitaneria di Reggio Calabria, De Luca ha sottolineato come “solo in Calabria ci sono ben 167 relitti di nave da guerra che giacciono sui fondali marini”. Non è mancato l’apporto delle forze dell’ordine, della polizia provinciale guidata dal comandante Domenico Crupi, dell’amministrazione comunale di Montebello Jonico con in testa il primo cittadino Antonio Guarna, del sindaco di San Lorenzo Pasquale Sapone, dell’associazione ANMI e di tutte le associazioni del luogo.
Tutti presenti in ricordo di una nave intorno alla quale sono legati negli anni numerosi colpi di scena tra cui quello più eclatante del carico di tritolo che sarebbe stato fornito dalla ndrangheta, che avrebbe avuto accesso al relitto come deposito di esplosivo, successivamente per le stragi di Capaci e via D’Amelio nel 1992, e per quel messaggio intimidatorio che, tre panetti nei bagni di Palazzo San Giorgio, avrebbe inteso colpire l’amministrazione comunale di Reggio nel 2004.
Un’ipotesi mai avvalorata da prove certe anche se nello stesso 2004 i carabinieri di Melito Porto Salvo e di Reggio Calabria ritrovano panetti di tritolo sotto il ponte Molaro e sul greto del torrente Sant’Elia. Tuttavia, nel dubbio il Genio Militare della Marina pensò di liberare le stive e di cementificarle. Nel frattempo molti sono stati i divieti di immersione imposti dalla Capitaneria di Porto e poi sempre revocati.
Durante la manifestazione è stato anche recitato il silenzio, recitata la preghiera del marinaio e l’inno nazionale. E’ stata posta simbolicamente una corona d’alloro nel luogo in cui risiede la nave, grazie alla collaborazione anche del sub dei “Ficarella Diving Club” di Saline Joniche.
La seconda parte della commemorazione si è tenuta nei locali della palestra di Saline dove il presidente della Pro Loco Mimmo Romeo ha consegnato le targhe a Stefano Gligo, appositamente venuto da Trieste, nipote del primo ufficiale della Laura C, e Daniele Todaro, figlio del famoso palombaro del lugo che nel 1944 si immerse nelle acque raggiungendo il relitto per recuperare la merce. A quella spedizione parteciparono anche Corbani e Salvetti, quest’ultimo rimasto vittima dell’immersione.
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