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Ieri, giornata di controlli per i negozianti reggini e scattano così le sanzioni sull’imposta pubblicitaria e sui diritti sulle pubbliche affissioni. Una normativa poco chiara e mai applicata in città che ha messo in subbuglio i negozianti reggini quando in mattinata si sono visti entrare nei loro negozi tecnici della Reges, armati di macchina fotografica, che hanno chiesto conto delle scritte sulle loro vetrine o a chi espone cartelli per i saldi superiori alla norma.
E’ il caso, dunque, di fare un punto sulla normativa esistente, alquanto complessa e frammentata, per cercare di prevenire brutte sorprese. E Confcommercio Reggio Calabria, ribadendo che i commercianti non sono il bancomat del Comune, si appella al buon senso affinché i negozianti abbiano la possibilità di potersi mettere in regola e non ricorrere in altre sanzioni in questo particolare momento storico. L’imposta sulla pubblicità è regolamentata dal D.Lgs. 507/93, il quale lascia ampia facoltà discrezionale agli enti locali: stabilisce infatti soltanto gli elementi essenziali dell’imposta, demandando ai Comuni la regolamentazione delle modalità di applicazione e la determinazione delle tariffe applicabili.
La gestione del servizio di accertamento e riscossione dell’imposta sulla pubblicità è effettuata in forma diretta da ciascun Comune o, qualora lo ritenga più conveniente, può essere affidata in concessione.
Insomma, una babele di norme locali che riguardano, in particolare, due ambiti specifici (definiti dall’art. 1 del D.Lgs. n. 507/1993): quello dell’imposta sulla pubblicità e quello del diritto sulle pubbliche affissioni.
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