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Francia, Spagna, Polonia, Romania, Italia… Senegal. Questi sono i paesi di provenienza dei membri della Rete Europea contro lo sfruttamento dei braccianti agricoli, presente a Rosarno questo fine settimana nell’ambito della campagna politica “Agricoltura contadina e lavoro stagionale migrante”.
Se si parla di braccianti è ovvio che c’entra l’Africa, l’Africa in Europa, a volte dolente quasi quanto quella del continente nero, anche se in modo diverso. E dall’anno scorso, se si parla degli africani in Italia, al nord come al sud, in città come in campagna, viene in mente Rosarno. Si sa…
Questo gruppo non viene qui per ascoltare le stesse cose, vedere le stesse immagini, ripetere gli stessi stereotipi, come avviene ormai da un anno a questa parte, ma viene per conoscere, studiare, ragionare, discutere, proporre. Perché il mostro Rosarno sbattuto in prima pagina, fa comodo a molti ma non aiuta a capire. Non è un caso che i mass-media non mostrino mai quello che succede altrove, in Italia e in Europa: come in Andalusia, teatro alcuni anni fa di un’altra caccia al negro, laddove vengono prodotti la maggior parte dei pomodori che compriamo al Carrefour.
D’altronde, a Rosarno come a Parigi le grandi catene che organizzano il nostro consumo sono le stesse: Carrefour, Auchan, Despar, ed è uguale il risultato delle loro politiche: la piccola azienda contadina che muore, le terre che vengono sempre più abbandonate e concentrate, i frutti che crescono sempre più avvelenati da chimica e sfruttamento.
Non a caso l’organizzazione capofila di questo gruppo contro lo sfruttamento si chiama Via Campesina. In Francia ha un sindacato, la Confederatiòn Paysanne, confederazione dei contadini: sono migliaia e migliaia ed hanno persino eletto un parlamentare europeo. Hanno capito qual è il problema, chi sono i nemici dell’agricoltura e sono in cerca di alleati.
Tra questi, hanno pensato ai piccoli contadini e ai braccianti, perché se il sistema che fa morire gli uni è lo stesso che riduce in semischiavitù gli altri, allora sarà bene allearsi per combatterlo. Ovunque. In Spagna, in Francia, in Romania, a Rosarno. D’altronde la politica che orienta la produzione agricola è unica, la PAC, da cui dipendono molte produzioni, soprattutto nel sud Italia. È allora naturale che in Europa si levi una voce sola a difendere piccoli contadini e braccianti, chiedendo un diverso orientamento della produzione agricola.
Come pure delle politiche migratorie, che costringono alla clandestinità migliaia di persone, favorendo chi specula sul lavoro nero e mettendo in difficoltà chi invece vorrebbe assumere regolarmente. Allo stesso modo l’accoglienza non è materia neutra, può essere la maschera di cui si vestono politiche di contenimento e segregazione, tanto che si parli dei CIE per gli irregolari, dei CARA per i richiedenti asilo, o di strutture invasive, l’accoglienza di cemento dei cosiddetti “centri”, a separare, a controllare, invece che favorire l’accoglienza diffusa che si potrebbe combinare col recupero e la pianificazione sostenibile del territorio.
Combattere questi meccanismi è quello che anche noi abbiamo iniziato a fare. Con la campagna SOS Rosarno abbiamo creato un gruppo di piccoli agrumicultori che producono senza veleni e senza sfruttamento. Attraverso la rete dei GAS – Gruppi d’Acquisto Solidale diffusa in tutt’Italia, li aiutiamo a vendere gli agrumi ad un prezzo più giusto, anche per chi acquista, e quindi a retribuire adeguatamente i lavoratori e farli vivere dignitosamente.
Un fatto semplice eppure difficile a farsi: collegare i produttori ai consumatori senza passare per i canali della Grande Distribuzione Organizzata, i giganteschi vampiri associati che monopolizzano il mercato. Ma questo è solo un seme, non può bastare. Per proliferare, deve essere piantato ovunque per far nascere e crescere aggregazioni di piccoli contadini in alleanza con le organizzazioni dei braccianti e le associazioni del consumo etico.
Di tutte queste cose si discuterà nella settimana in cui sarà presente in questo territorio il gruppo europeo contro lo sfruttamento bracciantile. Con i piccoli contadini, i braccianti africani, le associazioni della solidarietà e alcune realtà che affrontano gli stessi problemi in altre regioni d’Italia.
In questo quadro proponiamo due giorni d’iniziative, per discutere, ragionare e fare festa, bianchi e neri, locali e forestieri.
Sabato 12 Marzo
ORE 17.00 – “FATTORIA SANT’ANNA”, SANT’ANNA DI LAUREANA DI BORRELLO.
DIBATTITO
PICCOLI CONTADINI E BRACCIANTI IMMIGRATI:
ALLEANZE POSSIBILI NEL SEGNO DELLA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE E SOCIALE
ORE 20.00, SEDE KOLLETTIVO ONDAROSSA DI CINQUEFRONDI, VIA A. GRAMSCI
FESTA MULTIETNICA:
CONCERTO DI POESIE E CANZONI DI TURI MAMONE E IAIA ZAMBONI
E POI MUSICA CALAFRICANA
Domenica 13 Marzo
ORE 10.30 – AUDITORIUM COMUNALE DI ROSARNO:
IMMIGRAZIONE E SOLUZIONI ABITATIVE, CONFRONTO TRA MODELLI POSSIBILI: TENDOPOLI, CAMPI CONTAINERS, ACCOGLIENZA DIFFUSA, PARTECIPAZIONE E RECUPERO EDILIZIO.
ORE 17.00, COOPERATIVA “I FRUTTI DEL SOLE” DI LIMBADI
IN MEMORIA DI MARCUS:
FESTA DELL’INCONTRO CON MUSICA E CUCINA CALAFRICANA
ORGANIZZANO:
Gruppo Europeo Contro lo Sfruttamento Bracciantile, Osservatorio Migranti Africalabria Rosarno, EquoSud, Kollettivo Ondarossa – Cinquefrondi, C.S.O.A. Angelina Cartella – RC, Chiesa Battista di Reggio Calabria, Comitato Acqua Pubblica – Villa San Giovanni, Collettivo Universitario UniRC, G.A.S. Felce e Mirtillo – RC
PARTECIPANO:
Elisabetta Tripodi – Sindaco di Rosarno, Daniela Consoli – Associazione Studi Giuridici Immigrazione, Domenico Lucano – Sindaco di Riace, Assemblea dei Lavoratori Africani di Rosarno a Roma, Osservatorio Antirazzista Pigneto Tor Pignattara- Roma, Ass. Black and White – Castel Volturno, AIAB, FLAI- CGIL Calabria, Silvio Greco – Slow Food, Stefano Tommasello – GAStretto RC, Renato Nicolini – Univ. Mediterranea RC, Stalker – Primavera Romana
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