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di Francesco Iriti (Pubblicato su Calabria Ora)
“Quale destino per l’area ex Liquichimica di Saline?”. Il Co.Re.Svi.T. (Comitato di Responsabilità per lo Sviluppo del territorio), attraverso il proprio segretario, Rosario Azzarà, si pone questa domanda parlando ritornando sulla questione della centrale a carbone che dovrebbe sorgere a Saline Joniche.
Azzarà, citando Montanelli e Confucio evidenzia come «il sito di Saline Joniche è nato a seguito della rivolta reggina del 1970 e da circa 40 anni ha assunto definitivamente la destinazione industriale. Mi preme ricordare che anche in quell’occasione c’erano i Noisti, i professionisti del NO, i quali, oggi, tutti, ripeto tutti, si dichiarano pentiti di non aver colto l’occasione storica per la quale noi rivoltosi ci battevamo».
Secondo il segretario del Co.Re.Svi.T, che ripercorre le vicende legate alla vicenda della Liquichimica, costruita e mai autorizzata alla produzione, «la storia si sta ripetendo. Alcuni disfattisti con la solita tiritera terroristica e dall’egoistica visione dei soli propri e beceri interessi, potrebbero far perdere alla popolazione del basso Jonio anche quest’altra storica occasione».
Rosario Azzarà analizza la situazione da lontano allontanando definitivamente l’ipotesi di rilancio turistico-agricolo per l’area. « Se qualcuno pensa che l’area della ex Liquichimica potrà essere restituita al suo passato agricolo o riconvertita in turistica sarà bene prenotare una visita specialistica. Ammesso e non concesso che riuscissimo a trovare sul pianeta terra un ultra ricco e fesso di tale portata che si innamori di quell’area e vi realizzi il miglior centro turistico del mondo, che tipo di turismo avremmo?
Quale sarebbe il ritorno economico e occupazionale per il nostro territorio considerata la Salerno-Reggio Calabria, il prezzo “turistico” dei biglietti aerei per lo scalo di Reggio Calabria e l’arretratezza dei treni? O con i gommoni, unici mezzi cui è consentito l’accesso attraverso l’angusto varco da poco riaperto».
«Siate seri e realisti. Alle favole neanche i bambini credono più. – esorta Azzarà – Sento spesso la parola “scelta alternativa” con l’aggiunta di “energie pulite” e quindi di “solare” e, qualcuno mi parlò, di “energia cinetica”. Quindi, per i Noisti della centrale come “alternativa” rimane il “fotovoltaico” che alcuni, ladri del futuro occupazionale dei nostri disperati disoccupati, propagandano pur di non far realizzare un progetto concreto per lo sviluppo economico e sociale dell’ intero nostro territorio».
«Le mie considerazioni, di natura politica e strategica, non sono indirizzate a convincere nessuno – precisa Azzarà – ma vogliono essere un invito alle giuste e necessarie riflessioni che ogni persona responsabile dovrebbe fare. La certezza che la nostra salute e la sicurezza non vengano messe in pericolo dalla centrale spetta allo Stato ed alle sue leggi e non, bensì, al singolo scienziato che dice NO o SI».
La richiesta del Co.Re.Svi.T. è quella di «un confronto serio e responsabile con l’unica finalità rappresentata dal benessere del nostro territorio. Continueremo a monitorare l’evoluzione del dibattito e gli sviluppi del progetto SEI nella convinzione che qualunque sia il pronunciamento definitivo del territorio interessato, – conclude la nota – questo debba necessariamente essere informato e supportato da progetti di sviluppo seri e concreti in grado di rispondere alla grande domanda di futuro che i figli di questa terra a gran voce e con pieno diritto reclamano».
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