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di Francesco Iriti (Pubblicato su Calabria Ora)
Premio “Vincenzo Restagno 2011”. Ricco momento di cultura quello vissuto nella giornata di venerdì nel centro “Palaghenea” di Roghudi Nuovo che ha visto la partecipazione di grandi personaggi della cultura e del mondo istituzionale che sono stati insigniti di questo premio prestigioso, disquisendo, al contempo, sul tema “Cultura della legalità e sviluppo della Calabria”: Fortunato Aloi, storico e relatore della legge 482/99, l’editore Franco Arcidiaco, il sostituto procuratore Francesco Mollace, il presidente della provincia Giuseppe Morabito, e Luigi De Sena, vice presidente della Commissione Parlamentare Antimafia.
Il presidente dell’associazione, avvocato Mario Maesano ha aperto i lavori con una lunga introduzione durante la quale ha reso omaggio ai 150 anni dell’Unità d’Italia ricordando i 4 anni del circolo Palaghenea e le finalità dell’educazione alla legalità. Il presidente ha concluso il suo intervento citando l’ “Apologia della legalità” di Pietro Calamandrei secondo il quale“è dato a tutti noi sentire nella sorte altrui la nostra stessa sorte”.
“Sono commosso per l’assegnazione di questo premio. Come amministrazione provinciale abbiamo attivato una serie di iniziative a tal proposito come l’assessorato alla legalità, la creazione della Suap, stazione unica appaltante che ha trovato d’accordo ben 93 comuni della provincia, – ha dichiarato il presidente della provincia Giuseppe Morabito – il museo della ‘ndrangheta, un seminario per comprendere il fenomeno”. A parere di Morabito “è necessaria una sinergia tra tutte le forze culturali, la chiesa e le istituzioni in quanto la cultura è la base per lo sviluppo della società”.
L’ex prefetto Luigi De Sena, attualmente vice presidente della Commissione Parlamentare Antimafia ha ribadito come “qualcosa sta cambiando. Calabria e Sicilia hanno dimenticato che possono creare un ponte ideale della critica. Serve autocritica, assumersi responsabilità e capire il perché. C’è stata negli anni l’evoluzione della ‘ndrangheta e l’involuzione della classe politica”.
Parole forti anche quelle del sostituto procuratore Mollace che ha fatto prima un ampia disamina della figura del comune di Roghudi vecchio e di Domenico Restagno “uomo calabrese che viene dall’entroterra che ha dedicato vita ed impegno al paese come testimonianza del vivere civile”. Subito dopo, Mollace ha tracciato uno spaccato storico parlando del fenomeno della ‘ndrangheta che “era presente al nord e fuori dall’Italia sin dagli anni 80 e non soltanto adesso che invece è più pubblicizzato. Duisburg viene visto come simbolo della ‘ndrangheta in Germania che, invece, non è così”.
Sia De Sena che Mollace hanno sottolineato come “il problema maggiore è rappresentato dalla classe dirigente dove esiste la vera zona grigia”. Inoltre, è stato aggiunto come “ la ‘ndrangheta non è avvertita dagli altri paesi come avviene, invece, in Italia”:
Per l’editore Arcidiaco, invece, “esiste la difficoltà nel riconoscimento del ruolo della legalità, come dettato dal motivo – ricordato da Morabito – per cui è stata creata la Suap. C’e un deterioramento del sistema che si insinua all’interno del Palazzo ed impedisce di professare la buona cultura“.
Sempre attento e sferzante nel suo intervento lo storico Natino Aloi secondo cui “lo Stato dovrebbe essere punto di riferimento. C’è da combattere la sotto coltura prevalente soprattutto nel meridione. Si tratta di una cultura che affonda le radici nella nostra identità.
Riconoscimento anche per il professore Filippo Violi.
Le conclusioni sono spettate all’onorevole De Sena che ha fatto un sunto di tutto quanto è stato detto durante l’incontro.
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