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In una desertificazione culturale, dovuta più alla credenza errata del crescere dall’insano che dal sano, delle voci di speranza si uniscono e diventano un gruppo di lotta. Sono quattro studentesse delle varie scuole dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, che con il nome tubi innocenti, tentano di costruire l’impalcatura per il sostegno dell’anima, attraverso il riconoscimento del bello come valore universale a cui abituare gli occhi.(Paola Ascone, Caterina Aversa, Mariagrazia Costa e Mariateresa Sorbara)
Con l’ opera“ Abituarsi al bello, fa riconoscere i Mostri”, le giovani si prestano alla collaborazione con l’ Artista Rosaria Iazzetta, ora docente alla Cattedra di Scultura dell’ Accademia di Belle Arti di Catanzaro, per immortalare in uno scatto il senso dell’ incompiuto tipico delle nostre zone, dove l’ abusivismo e lo spreco economico generano eco-mostri, in contrasto alla bellezza umana, che denigrata dall’ estetica malata, non trova sviluppo e vigore.
L’ Artista Iazzetta, da tempo lavora in operazioni pubbliche di notevole rilevanza in Campania,ma per lei è la prima volta mostrarsi nel territorio Calabro, nella schiettezza che la contraddistingue, per dire a tutti i costi la verità, sopra ogni cosa, con tutti mezzi che le sono necessari. (www.rosariaiazzetta.com)
Ma questa volta non è sola, le giovani artiste, sposano l’idea e decidono di mostrarsi in prima persona, in nome della Calabria, per dire che la mala-tolleranza non genera crescita, che il brutto non può e non deve essere un’abitudine, e che bisogna sforzarsi con tutti i mezzi possibili, di combattere per la riaffermazione della dignità umana e dell’ appropriazione della felicità collettiva.
L’ opera sarà installata dal giorno 2 Agosto 2010, sulla parete rocciosa del Castello di Roccella Ionica, al fine di rendersi visibile anche a grandi distanze sarà di dimensioni 16 metri di altezza e 24 metri circa di larghezza.
L’operazione rientra nel programma Culturale dal Titolo “ Straniamenti” con il tema 106 metamorfosi:
Per descrivere il tema di questa quarta edizione di Straniamenti Festival abbiamo scelto una parola e un numero. La parola è abbastanza comune, rimanda a molteplici interpretazioni, tutte egualmente interessanti per noi, per citarne la più semplice: La metamorfosi è una trasformazione profonda, e in genere abbastanza rapida, che può essere di natura fisica e/o morale. Il termine indica anche cambiamenti di idee, di sentimenti, di atteggiamenti, o di azioni, specialmente in mitologia, in arte, in filosofia, in religione e in politica. o Il termine può essere usato anche in senso figurato, indicando un cambiamento radicale nello stato o nel carattere di una persona o anche nella forma o nell’aspetto di una cosa.
Questo è il nostro punto di partenza, ma anche la nostra ragione d’essere, il cambiamento, la trasformazione ci hanno sempre ispirato nella scelta dei nostri temi. Ci interessa un concetto di cambiamento che discute con la coerenza ostinata e irriducibile di certe posizioni, di certe cattive abitudini, di certe regole spacciate per codici culturali.
Ma legare questa parola a un numero è altrettanto significativo, trattandosi di un numero che ha per noi una collocazione precisa, particolare: 106 si riferisce alla strada statale che attraversa il territorio su cui Straniamenti da 4 anni opera, la Locride, una Statale che è stata testimone di sviluppo, ma anche di tragedie, che costeggia piazze, case, resti di teatri greco-romani e scheletri di alberghi non finiti. Una testimone importante , quindi, da interrogare per capire le abitudini di una popolazione controversa che si ritrova spesso, malvolentieri, sui notiziari della tv.
Abbiamo dunque accostato le due parole, ribadendo una possibilità di cambiamento, 106 possibilità di cambiamento, per un territorio che ha bisogno di riscattarsi dall’abusivismo, dalla morsa del racket, dall’etichetta di madre di una mafia fin troppo potente e famosa.
E come sempre, utilizziamo il mezzo dell’arte, il linguaggio di Straniamenti. Musica, teatro, installazioni, interventi artistici su un territorio che vuole più teatro, più musica, più arte e più cultura. Per questo stiamo individuando luoghi specifici sui quali poter agire, aree più “in ombra”, da illuminare, riqualificare artisticamente, su cui apportare un nostro contributo. Oltre l’elaborazione di opere originali sul tema, da esporre al Convento dei minimi di Roccella Jonica, anche possibili interventi artistici sui fenomeni di degrado urbanistico-ambientale quali abusivismo, ecomafia, inquinamento e abbandono storico archeologico; intervenire con l’arte e il teatro sulla originaria destinazione d’uso di alcune strutture urbanistiche degradate o abbandonate, decontestualizzandole, cioè attribuendo loro la funzione di luogo artistico. In questo modo resti archeologici abbandonati diventano scenografie e cornice per performance teatrali, e pilastri di cemento diventano spazi espositivi.
Il sostegno della Provincia di Reggio Calabria, dell’Assessorato allo Sport , Formazione e Politiche Sociali e della Consigliera di Parità, è stato fondamentale per noi in questi anni, ci ha fatto riacquistare una fiducia nel concetto di pubblica amministrazione , che purtroppo è spesso tendenzialmente e comunemente smarrita, e questa è già una cattiva abitudine che dovrebbe far riflettere amministratori e cittadini.
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