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Era stato disposto nel mese di agosto scorso, dal prefetto di Reggio Calabria, Luigi Varratta, nel Comune di Roccaforte del Greco, l’invio di una commissione di accesso ai sensi della normativa antimafia.
Il provvedimento era stato stabilito a seguito degli elementi emersi dalle indagini della Dda di Reggio Calabria che, nel gennaio scorso, porto’ all’operazione ‘Nuovo Potere’, con l’arresto di 27 presunti affiliati alle cosche della zona jonica reggina.
Dalle indagini, secondo gli inquirenti, erano emerse anche interferenze delle cosche nelle procedure di appalto gestite dal Comune di Roccaforte del Greco.
Nell’operazione ”Nuovo Potere”, eseguita dai carabinieri, rimasero coinvolti esponenti delle cosche Pangallo-Maesano-Favasuli operanti nei territori dei comuni di Roghudi e Roccaforte del Greco, sciolti piu’ volte nel corso degli anni precedenti per infiltrazioni mafiose.
In merito a questa vicenda, il sindaco di Roccaforte e l’amministrazione comunale hanno diramato un comunicato stampa che qui riportiamo integralmente:
Abbiamo appreso dai telegiornali locali che il Consiglio dei Ministri nella seduta odierna avrebbe disposto lo scioglimento del Consiglio Comunale di Roccaforte del Greco con la formula “sono stati riscontrati condizionamenti…..”
La notizia ha colto tutti sorpresi e sconcertati.
A tal riguardo pur senza conoscere il tenore del provvedimento riteniamo, comunque, opportuno esporre alcune essenziali considerazioni:
1) il provvedimento viene assunto nei confronti di una Comunità, laddove nessun componente né del Consiglio né della Giunta ha mai ricevuto alcuna comunicazione giudiziaria; cioè nessun amministratore è ad oggi indagato;
2) il bilancio del Comune è attivo e la contabilità è in perfetto ordine, sia formale che sostanziale;
3) l’azione della Giunta, composta da giovani professionisti che hanno svolto il mandato con spirito di servizio e di abnegazione, con il solo scopo di dare un contributo per la crescita della Comunità di Roccaforte, è stata sempre caratterizzata al principio di “legalità” e di “trasparenza”;
4) nel momento in cui oltre sei mesi fa è stata nominata la Commissione di accesso agli atti del Comune è stata data piena e totale collaborazione ai funzionari incaricati;
5) appare, perciò evidente che si è creato nei confronti di questa piccola e sperduta Comunità un accanimento non giustificato ed inaccettabile;
6) è evidente, si può dire, che la vicenda è frutto di un preconcetto giudizio verso il Mezzogiorno e le sue genti ed è solo funzionale a far passare il messaggio che al “Sud” tutto è mafia; dimenticando che in paesi dell’entroterra calabrese come Roccaforte è già un’impresa arrivarci attesa la assoluta mancanza di viabilità infrastrutturale;
7) si è assolutamente omesso di considerare che queste piccole comunità dell’entroterra calabrese vivono abbandonate a se stesse e che gli amministratori si sentono più simili a dei soldati in trincea; in questo caso un gruppo di giovani – donne e uomini – che hanno agito convinti di poter dire alla Comunità che vi è la presenza dello Stato e delle Istituzioni anche a Roccaforte si vedono invece addirittura perseguitati dallo Stato nella sua massima espressione;
8) aspettiamo con ansia gli atti per poter investire l’Autorità Giudiziaria competente per tutelare la dignità personale degli amministratori tutti e della intera Comunità di Roccaforte, offesa da un così grave atto; peraltro si censura da subito il fatto che la notizia si è appresa dagli organi di stampa ancor prima di ricevere alcuna comunicazione ufficiale e prima ancora di potersi difendere. Riserviamo ulteriori e più puntuali riflessioni dopo aver avuto gli atti ed i provvedimenti.
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