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“Un ovile nella chiesa bizantina”. Questo il titolo di un articolo a firma Giovanni Verduci, apparso su “Il Quotidiano della Calabria” lo scorso 10 Febbraio, corredato da una galleria fotografica, con cui veniva evidenziato lo stato di abbandono dell’antico borgo di Precacore, nucleo storico che domina l’abitato di Samo, città natale di Pitagora.
Il suggestivo insediamento è situato a circa 450 metri di quota in posizione dominante su una rupe a guardia della fiumara La Verde. Da una ricognizione fatta proprio in quei giorni, si evidenziava la presenza di ovini e caprini ricoverati nelle chiese bizantine di San Sebastiano e di San Giovanni Battista, nonchè in alcune dimore nobiliari strutture ormai da qualche anno parzialmente recuperate grazie all’utilizzo di fondi comunitari e grazie anche ad un intervento dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte.
Al pezzo di denuncia di Verduci che documentava lo stato dei luoghi con un accurato reportage fotografico faceva seguito la risposta del primo cittadino di Samo Giuseppe Bruzzaniti che poneva l’accento sui troppi vincoli imposti dalla Regione Calabria e dello stesso Ente Parco a fronte degli scarsi o del tutto inesistenti finanziamenti per il completamento e la messa in sicurezza del sito.
Venerdì 22 Aprile una delegazione composta dal Sindaco Bruzzaniti, dall’assessore comunale Pizzati dal Presidente dell’Ente Parco Leo Autelitano e dal funzionario Afor Francesco Manglaviti si è recata sulla cima di borgo Precacore per verificare lo stato dei luoghi e per programmare un primo intervento. Dal sopralluogo è venuta fuori l’esigenza di procedere alla recinzione del sito al fine di evitare la presenza di greggi di ovini e caprini all’interno dell’area. A tal fine, l’Ente Parco nell’ambito della convenzione firmata con l’Afor, metterà a disposizione i materiali necessari per le opere di recinzione che saranno realizzate da una squadra di operai idraulico-forestali istituita allo scopo.
L’impegno dell’Ente Parco – dice il Presidente Autelitano – non si limita semplicemente alla recinzione, pur fondamentale, ma si estende alle attività di completamento del recupero dei manufatti e di utilizzo degli stessi attraverso una valorizzazione complessiva del vecchio borgo.
In tal senso – prosegue – ci pare opportuna l’idea di lavorare per l’istituzione di un eco-villaggio da considerare quale riferimento a livello internazionale di artisti in genere, scrittori e viaggiatori in collegamento con le più prestigiose istituzioni dell’arte, della cultura e della ricerca a livello europeo. Per quanto riguarda i manufatti ancora da recuperare – conclude Autelitano – è nelle nostre intenzioni ove le condizioni e le caratteristiche degli immobili lo consentiranno, ricavare anche alcuni posti letto da utilizzare durante le attività di carattere didattico, culturale e escursionistico.
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