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«Il governo ha risposto a favore di Lng Medgas. Servendosi di una vecchia burocrazia vuota, ha liquidato il popolo e il territorio». Lo dicono in una nota congiunta comitati, associazioni, parlamentari e amministratori locali impegnati contro il rigassificatore di Gioia Tauro (Reggio Calabria), in seguito alla risposta che il ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, ha appena dato all’interrogazione della deputata Cinque Stelle Dalila Nesci, firmata da 36 colleghi dello stesso gruppo.
Nell’interrogazione, scritta su impulso dei “grillini” della Piana di Gioia Tauro, sono espresse le criticità del procedimento amministrativo, con decisa richiesta di sospenderlo. Per Zanonato, invece, attenendosi alle prescrizioni già ricevute, Lng Megdas potrà iniziare i lavori.
Nesci denuncia che «il termine per avviare le opere è scaduto in questa estate, sicché il governo dovrà inventare dell’altro, anche se non reggerà alla vigilanza della società civile e delle istituzioni locali in prima linea».
Peppe Chiodo, di No Rigass Calabria, spiega: «Inconcludenti e contraddittorie le argomentazioni del ministro Zanonato, il quale ammette, tuttavia, che il parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici è solo eventuale, come tutto il nostro fronte aveva già rilevato».
Secondo Pino Romeo, altro esponente di No Rigass Calabria, «la giustificazione del ministro sull’assenza della Vas è debole, dal momento che la commissione straordinaria del Comune di Gioia Tauro l’aveva chiesta come prescrizione, proprio in sede di conferenza dei servizi».
Rafforza il fronte del «no» al rigassificatore il sindaco di Gioia Tauro Renato Bellofiore, che nel marzo scorso non votò la concessione demaniale a Lng Medgas. Bellofiore, insieme a Elisabetta Tripodi, sindaco di Rosarno, partecipa alla battaglia comune, «che – precisa Nesci – non ha protagonisti né bandiere al vento, ma nasce dalla difesa del territorio e dell’autonomia dei cittadini». I deputati Cinque Stelle Federica Dieni, Paolo Parentela e Sebastiano Barbanti aggiungono che anche in Calabria si sta diffondendo un altro modo di affrontare i problemi. Nesci conclude: «Non ci fermeremo, andremo avanti. Tutti uniti».
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