Rifiuti in Calabria, lettera aperta del vicepresidente di Legambiente Stefano Ciafani

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C’è una rivoluzione che avanza sul fronte dei rifiuti. Ma c’è anche un’Italia che frena il cambiamento, cavalcando l’emergenza per costruire nuove discariche e nuovi inceneritori, fare profitti a danno dell’ambiente e dei cittadini. È l’ora di scegliere quale sarà l’Italia del futuro.

Osservando la realtà del nostro Paese negli ultimi dieci anni, ci accorgiamo che molte cose sono cambiate: la raccolta differenziata porta a porta ha preso piede al Sud e nei capoluoghi di provincia, si sono sperimentati innovativi sistemi di penalità/premialità sullo smaltimento in discarica, i nuovi impianti di compostaggio sono ormai remunerativi dal punto di vista economico, si avviano sempre nuove e sempre più efficaci campagne di prevenzione, l’industria ha finalmente imboccato la via della green economy, puntando al riciclo di frazioni merceologiche che fino a poco tempo fa erano considerate irrecuperabili.

È una vera e propria rivoluzione, che s’infrange però contro la totale indifferenza della politica italiana, e trova un potente nemico nel partito delle discariche e degli inceneritori, una lobby agguerrita che blocca ogni possibile soluzione alla questione. E così restano insoluti i vecchi nodi: ci sono territori refrattari a ogni cambiamento, manca un piano nazionale di prevenzione, è carente il sistema impiantistico per il trattamento dei rifiuti organici, la tassazione sui rifiuti è iniqua e vessatoria.

Ecco che affrontare la questione rifiuti significa abbandonare una volta per tutte la strategia delle discariche e degli inceneritori, ancor di più in Calabria, alle prese con un’emergenza che perdura da oltre un decennio. Si continua a smaltire in discarica sostanzialmente la metà dei rifiuti urbani prodotti nel Paese, in evidente violazione della direttiva europea sul tema, esponendo l’Italia a un pesante rischio sanzioni. Nonostante le dichiarazioni di rito, una soluzione alternativa non è stata nemmeno presa in considerazione. E invece l’unica opzione praticabile è la leva economica: serve imporre un aumento dei costi di conferimento (ad esempio attraverso un’ecotassa regionale), e lavorare perché il ministero dell’Ambiente e il Parlamento aggiornino quegli strumenti normativi ormai superati dalla realtà. Solo in questo modo potremo rottamare il modello fondato sull’attività delle discariche come l’abbiamo visto fino ad oggi.

Come sempre, Legambiente affianca la proposta alla critica. Quello che l’associazione del Cigno Verde si propone di fare è la costruzione di un fronte comune per stimolare la politica nazionale a colmare assenze e ritardi nella gestione dei rifiuti. Il primo obiettivo è la redazione di un programma nazionale di prevenzione da parte del ministero dell’Ambiente. Occorre poi sostenere dall’esterno i parlamentari che vorranno sposare il cambiamento presentando le proposte di legge necessarie: dagli incentivi  ai materiali realizzati dal riciclaggio dei rifiuti alle modifiche normative sul compostaggio collettivo passando per l’ecotassa sulle discariche.

Occorre dunque stimolare e sostenere un rinnovato protagonismo della politica. Ma occorre fare chiarezza sugli strumenti da utilizzare. L’ipotesi della Tares, con l’aumento indiscriminato del peso fiscale sulle famiglie, è una strada impercorribile. Occorre invece imporre il principio “chi inquina deve pagare”, premiando i cittadini virtuosi e punendo chi inquina a danno della collettività. Un principio da rilanciare anche e soprattutto in chiave locale, spingendo per l’introduzione delle ecotasse regionali.

L’impegno degli ambientalisti in Calabria ha prodotto un risultato importante: è stato elaborato un piano programmatico per chiudere per sempre con la stagione dell’emergenza permanente e avviare una gestione dei rifiuti razionale, basata sulla raccolta differenziata e sulle buone pratiche. Ma ciò che più conta è che si tratta di un documento condiviso con le forze sociali, l’associazionismo, l’imprenditoria, e la società civile, frutto di un lungo lavoro di analisi, confronto, proposta e sintesi. Si tratta dunque di un vero e proprio “Piano Calabria”, una sfida alle assenze e agli errori della Regione Calabria nella gestione dei rifiuti, per farla finita con la propaganda e cominciare a immaginare possibili soluzioni, nell’ottica del bene comune e nell’interesse dei cittadini.

Stefano Ciafani

Vicepresidente nazionale Legambiente

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Author: Cristina

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