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Nuovo corso nella gestione dell’affaire rifiuti, ma vecchie logiche emergenziali nell’approccio alla questione: la solita logica dei due tempi, che tampona nell’immediato per rinviare a data da destinarsi la soluzione del nodo strutturale. A ventiquattr’ore dal passaggio delle consegne – con il subentro della Regione Calabria al Commissario per l’emergenza ambientale, decretato lo scorso 14 marzo dal Consiglio dei ministri con ordinanza di protezione civile – il Dipartimento Politiche dell’ambiente dell’Ente calabrese ha tracciato la linea da seguire nel futuro prossimo venturo.
Un decreto dirigenziale che annuncia che non sarà fatto nulla di più che governare le vele, utilizzando i fondi già destinati alla gestione commissariale. Prima un avviso pubblico per l’assunzione a tempo determinato di 26 unità. E poi l’annuncio di una procedura negoziata, e dunque accelerata, per individuare i soggetti privati chiamati a gestire, ovviamente in deroga e in attesa di espletare una gara a procedura aperta, il conferimento in discarica dei rifiuti urbani, pensando nel frattempo a nuove discariche da varare e all’esportazione dei rifiuti fuori regione. Tutto come prima, dunque, almeno fino al 31 dicembre, con il definitivo tramonto dell’era commissariale. Cosa accadrà dopo? Tutto fa credere che nulla cambierà, perché manca la volontà politica di aggredire la questione rifiuti abbandonando l’opzione discarica per puntare sulla differenziata spinta, unica vera soluzione al problema. Anzi, in grado di trasformare il problema rifiuti in risorsa economica per una regione allo sbando.
“È tempo di cambiare passo – afferma Francesco Falcone, presidente di Legambiente Calabria – e immaginare, e poi tradurre in pratica, uno scenario diverso per la Calabria, fatto di “comuni ricicloni”, nuovi impianti di riciclaggio a partire dai digestori anaerobici per trattare l’organico differenziato, raccolta differenziata razionale ed efficace, attenzione al territorio e valorizzazione delle bellezze naturali. Abbiamo invocato la fine del commissariamento e salutato positivamente il ritorno alla gestione ordinaria, ma quel che sta accadendo con il passaggio del testimone alla Regione Calabria è invece il perpetuarsi della logica dell’emergenza. Gli ambientalisti e i cittadini non vogliono più sentir parlare di gestione in deroga, di nuove discariche, di bombe ecologiche e bonifiche tardive, di milioni di euro spesi per trasformare il territorio in un’enorme pattumiera. È tempo di cambiare passo e definire un piano che porti in tempi certi a normalizzare la situazione, chiudendo per sempre l’era dell’emergenza permanente”.
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