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Lunedì 14/06/2010 alle ore 12.00 nel Palazzo della Provincia di Reggio Calabria in Piazza Italia, verrà conferito un riconoscimento pubblico ai Marvanza Reggae Sound per la loro partecipazione al concerto del 1° Maggio 2010 in piazza S. Giovanni a Roma, dove si sono resi ambasciatori della nostra terra in quanto unica band calabrese ad aver vinto il contest “Primo Maggio Tutto l’Anno” e ad aver calcato l’ambito palco tra i 743 gruppi partecipanti.
Un momento fortemente voluto dal dottor Attilio Tucci, assessore alla Formazione professionale, allo Sport e alle Politiche Sociali, che negli anni ha visto crescere il progetto Marvanza proprio a Caulonia, suo paese di origine, luogo dove è nato il primo album del gruppo reggae dal titolo “Frontiere” e che ha fatto da cornice a molti altri momenti lavorativi e di collaborazione della band con artisti d’alto calibro, come Michele Bon dello storico gruppo “Le Orme”. Un riconoscimento che arriva dopo quello già conferito al gruppo dal comune di Monasterace e a quello che li vedrà protagonisti anche domenica 13, sempre a Monasterace, durante un torneo in memoria delle vittime della strada che si terrà presso il campo comunale.
Il loro ruolo di ambasciatori al concerto più atteso dell’anno, dunque, verrà riconosciuto con una targa dalla provincia nella quale i Marvanza Reggae Sound sono nati e che, grazie a loro, è arrivata in qualche modo nella suggestiva cornice di Piazza San Giovanni a Roma di fronte ad un pubblico composto da 700.000 persone.
Il loro reggae fuori dagli schemi e libero da vincoli di stile, dunque, viene interpretato come un esempio per i ragazzi calabresi, grazie a canzoni con le quali lanciano il loro appello sociale contro il disinteresse dello stato, insieme ad una visione ottimistica e allegra della vita. Un reggae pacifista e rivoluzionario al tempo stesso, che sottolinea l’importanza di far aprire gli occhi di fronte ai problemi quotidiani della nostra terra.
In un paese in cui è più facile fare musica tradizionale che innovare, come lo è la Calabria, questo gruppo di giovani ha saputo rompere gli schemi e affrontare chi non credeva nella loro arte, dimostrando di saperci fare: i numeri, i risultati ottenuti e l’attenzione a loro dedicata confermano il loro status di gruppo calabrese originale, un gruppo che mostra una faccia della Calabria più attuale e che sa essere migliore non rassegnandosi al degrado sociale. Il loro grido si sforza di rompere con la musica il silenzio assordante che condanna la nostra terra alla rovina, mescolando all’amore per la musica la voglia di cambiare il mondo, un mondo in cui le ingiustizie sociali e la repressione sembrano negare il rispetto per la persona in quanto tale. Nonostante questi temi duri, il loro punto di forza sta nel mixare nelle loro canzoni ironia e riflessione, unendo l’italiano e il dialetto di Monasterace al reggae muffin e alla dance hall.
A loro, dunque, il compito di guidare questa “rivoluzione sociale” con solo la musica come arma, trascinando con sé quanti più giovani possibili, vestendo i panni di coloro che vogliono tirar fuori la loro patria fuori dal limbo nel quale si è impantanata, attraverso i proclami sociali e gli inni all’amore tipici delle loro note, colorando la loro Calabria con i suoni caldi di un nuovo modo di fare reggae.
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