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Riapre al culto il prossimo 5 di Dicembre, dopo oltre quindici anni di chiusura, la Concattedrale Madonna dell’Isodìa di Bova. Per capire meglio la valenza di un evento che vede protagonista la struttura religiosa di Bova, simbolo per l’intera diocesi, abbiamo chiesto di guidarci nel viaggio alla sua scoperta ad uno dei suoi maggiori cultori, il sacerdote Ercole Lacava, attualmente Canonico del Capitolo Metropolitano dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria- Bova.
“La Cattedrale – dice Don La Cava – di origine normanna, con visibili ricostruzioni di età successive ,é dedicata alla Madonna della Presentazione o Isodia (dal greco Ise Ode : presentata), conservò il rito greco fino al 1572, data in cui il Vescovo Stauriano impose il rito latino. La chiesa é una costruzione solenne ed austera a struttura romanica, il portale é con stipite di pietra tufacea, ornato da colonnine, ai lati lo stemma papale e quello vescovile. A destra la torre campanaria, fino agli anni ’30 a cupola cuspidata, oggi si presenta a terrazza e domina sullo sperone di roccia.
Nella facciata laterale sull’architrave di pietra del portale si legge la seguente iscrizione : ” Istius Cappellae Sacramenti sumptibus, haec ianua cum ligna confecta fuit anno Procuratus Antonini Marzani 1691″. La Cattedrale é stata ricostruita tra la fine del XVII e l’inizio del XIX secolo. L’interno a tre navate, divise da pilastri, che probabilmente nascondono colonne su cui poggiano le arcate laterali. In fondo all’abside centrale é situato l’altare maggiore marmoreo fatto costruire nel 1933 da Mons. Giuseppe Cognata. In alto, in apposita nicchia, é collocata la statua della Madonna della Presentazione, o Madonna dell’Isodia con il Bambino tra le braccia : statua scolpita in marmo bianco, alta circa un metro, poggiante su uno scannello di marmo di circa cm 45. Sullo scannello sono scolpiti lo stemma della città di Bova e due angeli in adorazione, disposti ai lati della porticina di quello che doveva essere un ciborio o un reliquario , un’ iscrizione riporta :” Anno Domini 1584 mensis novembris huius…..” – ” Marcello Franco, Sindaco vero civitas Mag.co Nicodemo Alagna”. La Madonna e il Bambino portavano sul capo due corone argentee, datate 1614, con lo stemma del vescovo Giovanni Camerota ( 1592-1620), oggi custodite nel Museo Diocesano di Reggio Cal. L’opera si attribuisce , secondo il Frangipane a Rinaldo Bonanno ( fine sec. XVI), la statua fu portata a Bova dal vescovo Marcello Franco (1577-1592), e poi dal vescovo Rozzolino ( 1835-1848) fu collocata nell’abside centrale .
Nella cappella della navata destra si conserva l’artistico altare del Sacramento in marmi policromi, questo altare fino al 1978 era nella navata sinistra, reso inagibile il luogo per una frana di vaste proporzioni, con l’autorizzazione della Soprintendenza alle Belle Arti della Calabria l’altare fu smontato e ricostruito sul lato opposto. I lavori furono eseguiti dalla Ditta Barbaro di Bagnara Calabra. Un tempo nel mezzo di questa cappella trovasi il sepolcro dei Confratelli della Congrega del SS.mo Sacramento. Sulla pietra tombale vi si leggeva la seguente epigrafe: ” Siste gradum lector : duro dabis oscula saxo : Corpora confratrum haec tenet urna citra. Anno D. 1701 Antoninus Marzano”. Nel cornicione dell’artistico altare si legge: ” Marmorea haec aedes si nomina noscere lector,quo sub Rectore ac tempora facta cupis. Consultus Iuris Fabius cognomine Nesci,curavit solus haec facienda fore”-A.D. 1714 sopra é scritto ancora:”Gaudiosi Aedes Charitate Facta Gaudia confert” Anno Domini 1714. Nella balaustra della Cappella del Crocifisso é scritto : “D. Bruno De Andrea Procurator fieri curavit A.D. 1754”. Nella Cattedrale si custodiscono diverse opere d’arte in legno : un Crocifisso del 1700 , una statua dell’ “Ecce Homo” ed una dell’ ” Addolorata” di scuola napoletana del 1800 recentemente restaurate, una statua della Madonna Assunta assegnabile al 1800.
Tutte queste statue furono donate dal vescovo Mons. Rozzolino. la torre campanaria é fornita di quattro campane, il campanone é chiamato anche ” campana di marzo”,perché suonava ogni venerdì di Quaresima per ricordare a tutti il periodo penitenziale : fatto rifondere da Mons. Cognata nell’anno 1935, porta incisa la seguente frase : ” Demonis et venti vim pello cantoque laudes corpora viva voco mortua voce fleo”.Un’altra campana porta questa iscrizione : ” D.JO.Cognata Ep.Bov. Anno1935.Germani Santoro Fonditori Gallico”.L’altra campana molto antica, presenta la seguente indicazione : “F.D.C.D.B.G.I.M.F.A.D. MDCXXII”, una quarta campana ha un’iscrizione illeggibile.
Da un recente scavo archeologico nella Cattedrale, condotto dalla soprintendenza Archeologica della Calabria, sono state riportate alla luce numerose tombe, quelle che si trovano nella navata risalgono al XV sec.,mentre le cripte nella navata sinistra risalgono all’VIII sec. La prossima inaugurazione – Conclude Don La Cava – rappresenta non solo una altissimo momento di fede, ma anche un passaggio fondamentale per Bova e per l’intera diocesi che si riappropria così di uno dei suoi gioielli architettonici dal profondo ed indiscusso fascino”.
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