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“Sguardi insoliti sulla fotografia di paesaggio” era il titolo della conversazione di Alessandro Mallamaci nell’ambito del progetto “Stessa terra, nuovi occhi.
Lo scatto e l’immobilismo” del Rhegium Julii e sguardi insoliti sono stati, da Ansel Adams a Franco Fontana, da Henry Cartier Bresson a Mimmo Jodice, da Franco Migliori a Gabriele Basilisco passando per Michael Kenna, Arno Minkkinen e Luigi Ghirri. Nomi forse non tutti conosciuti al grande pubblico, ma che Mallamaci ha avuto l’abilità di introdurre attraverso il bigliettino da visita migliore, gli scatti.
“Non è possibile una documentazione fotografica assolutamente oggettiva” ha sottolineato Mallamaci “l’esposizione, la messa a fuoco, l’inquadratura dipendono dal punto di vista di chi osserva: il paesaggio all’interno di una narrazione fa sì che ci si cali in un contesto”.
Diversi fotografi per diversi linguaggi, quante le possibilità di interpretazione della realtà: “noi siamo occidentali, abituati a leggere da sinistra verso destra e dall’alto verso il basso, ma non è detto che per tutti sia così”.
Non resta che scoprire come interpreteranno i luoghi in cui viviamo i partecipanti alla seconda edizione del concorso fotografico promosso dal Rhegium (in giuria, oltre a Franco Cara, lo stesso Mallamaci), al via nelle prossime settimane. Per uscire dall’immobilismo attraverso uno scatto.
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