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In accoglimento del riesame proposto dagli avvocati Pier Paolo Emanuele e Luigi Luppino, lo scorso 6 marzo il Tribunale della Libertà di Reggio Calabria ha integralmente annullato l’ordinanza cautelare e il connesso decreto di sequestro preventivo che erano stati adottati dal GIP di Palmi nei confronti (tra gli altri) del sig. Cambareri Pino e dei suoi due figli, Carmelo e Giuseppe, in quanto tutti gravemente indiziati della commissione di plurimi fatti di bancarotta fraudolenta, patrimoniale e documentale, nell’ambito della gestione di alcune società di capitali operanti a livello nazionale nel settore dei gasdotti, oleodotti e metanodotti, oltre che nel settore dell’edilizia. Società commerciali, queste, storicamente titolari di qualifiche di rilevante interesse nazionale, come quelle relative a SNAM Rete Gas e ad ITALGAS e, come tali, impegnate in lavori pubblici di notevole importanza a livello nazionale. Addirittura, per Pino Cambareri si postulava di essere a capo – insieme ai suoi due fratelli – di una vera e propria associazione per delinquere, appunto finalizzata alla commissione seriale di bancarotte ai danni dei creditori.
Il collegio difensivo, ragionando soprattutto alla luce degli insegnamenti più recenti della Corte di Cassazione, ha evidenziato la stringente logica imprenditoriale riconducibile alle varie operazioni societarie contestate quali ipotesi di bancarotta patrimoniale, così come la tenuta delle scritture contabili in guisa da consentire la ricostruzione degli affari e del patrimonio sociale, oltre che la evidente mancanza di un dolo di frode o anche solo distrattivo in capo agli indagati. Senza contare la dimostrata assenza di sottrazioni di denaro o di beni per finalità estranee agli interessi sociali. A tutto ciò si aggiunga la addotta inesistenza di esigenze cautelari in chiave di concretezza ed attualità. Quanto infine all’ipotesi associativa, la difesa si è incentrata principalmente sulla necessaria differenza tra concorso necessario e concorso eventuale nel reato continuato. Pur restando in attesa del deposito della relativa motivazione da parte del Tribunale del riesame, è chiaro tuttavia come già di per sé l’annullamento totale del provvedimento cautelare che era stato richiesto dalla Procura di Palmi costituisca un risultato in grado di restituire credibilità e liceità all’operato dei Cambareri nel loro “storico” settore imprenditoriale di azione.
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