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Domenica Cosoleto ci racconta un po’ di se, delle sue speranze e dei suoi dubbi. Sensazioni comuni a tanti ragazzi della sua stessa generazione, gli stessi che vorrebbero non dover partire dalla loro terra per cercare chi possa apprezzarli.
Domenica Cosoleto
Inizia così il racconto della giovane: “Il mio nome è Domenica. Era anche il nome della mia cara nonna, è usuale avere i nomi dei propri nonni qui. Mi piace perché suona bene così, non sento la necessità di pseudonimi. Sono nata in Italia verso la fine del ’91, nel cuore di Reggio Calabria. Appassionata a tutto ciò che è arte, ho concluso al meglio gli studi accademici nella mia città natale. Ho ideato ed investito nel mio progetto “If Invisible Were Visible”, sostenendo una vera e propria ”battaglia” contro la violenza sulle donne, con lo scopo non solo di far conoscere il fenomeno. Bensì di proporre soluzioni innovative. Ho ricevuto dei riconoscimenti per il mio percorso ed esposto a New York”.
Resto al Sud (?)
“Il mio obiettivo? Non discostarmi da ciò per cui ho sempre studiato, insegnare in un’Accademia di Belle Arti, scrivere articoli sull’Arte, addentrarmi nel mondo della critica. Solo se si ama profondamente il proprio settore si può dare il massimo.
Resto al Sud? Sarebbe molto importante per me rimanere qui e lavorare nella mia terra d’origine, la mia Calabria. Non dipende da me, dipende dalle possibilità che mi verranno date. Bisogna restare dove si viene scelti, apprezzati, voluti fortissimamente. Il lavoro richiede impegno serio e intenso e allo stesso modo quest’ultimo deve essere ricambiato con un posto regolare che lo renda dignitoso. Un’utopia? Non bisogna chiedermi se io voglia restare al Sud, occorre domandarsi invece se questa terra, voglia che io lo faccia: un sentimento a senso unico, non può culminare nell’amore”.
Se il #Sud vuole, #RestoalSud.
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