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Facciamo seguito alla nota stampa apparsa sui quotidiani reggini a firma dell’Ordine dei Medici.
“Tutto ciò sta creando una enorme sfiducia nei confronti di una categoria che, fino a qualche decennio addietro, godeva della giusta considerazione sociale”. Questo, ci è parso, il punto centrale della nota diffusa dall’Ordine dei Medici. Il “tutto ciò” a cui si riferisce l’Ordine sarebbe una sorta di tensione sociale artatamente indotta “da parte della politica, dei sindacati, dei media, di categorie professionali senza scrupoli che sono diventati professionisti della malasanità.
A noi sembra lo sfogo di un folle che, additando il mondo che, evidentemente non la pensa come lui, proferisce più o meno queste parole: “siete tutti pazzi!”. Senza nemmeno immaginare, essendo forzatamente autoreferenziale (per la malattia), che forse il pazzo è lui!
Noi siamo convinti, non ce l’abbiano i sig.ri Medici, che nonostante il problema sia reale, e cioè che il Medico non ha più il riconoscimento comunitario di decenni addietro, ma come la “diagnosi”, cioè la causa determinante sia, invece, sbagliata perché essi non considerano lo sviluppo che è intervenuto in questi decenni. Infatti, la causa reale, a nostro parere, sta nell’aumento della scolarizzazione nella popolazione e nell’innovazione tecnologica (TAC, RMN e PET, solo per fare degli esempi), biomedicale e, soprattutto, multimediale (internet nello specifico). Questi strumenti hanno intaccato l’autoreferenzialità del Medico fornendo, spesso, una “prova del nove” a tutte quelle morti che, nel nostro hinterland in particolare, venivano sbrigativamente definite “colpi di sangue”. E chi si permetteva di contraddire il mito del Medico? Le cose, però, sono cambiate, e la scolarizzazione in senso generale, aiutata dalle informazioni che in tempo reale chiunque, purché sappia leggere, può immagazzinare con la rete, smentiscono, assieme agli esami di ultima generazione, quella sequela di sciocchezze che ogni Medico di un tempo “sparava” senza dover dare conto ad alcuno! Ecco, è questo che ha comportato la smitizzazione del Medico. L’informazione: ma solo perché il mito era falso!
Bisogna che il Medico moderno acquisti la consapevolezza di essere diventato un professionista come un altro. Soggetto alla confutazione delle sue tesi, disponibile al confronto con tutti: il piedistallo non esiste più!
La cosa che ci appare particolarmente singolare è la prosopopea (solennità, gravità, boria) con la quale il nostro Ordine dei Medici (quello reggino) si approccia alla tematica, quando è sotto gli occhi di tutti come sia in buona parte responsabile (dal punto di vista della rappresentanza), del deleterio primato che ci vede in cima, come regione e come provincia, ai territori ove insiste la maggiore emigrazione sanitaria del paese e ove si verificano i peggiori casi di malasanità italiana.
Noi, i Medici, li riteniamo, invero, doppiamente responsabili perché, in questi anni, non solo ci hanno regalato i tristi primati di cui abbiamo detto (professionalmente parlando), ma anche per aver diretto (quindi anche gestionalmente) le nostre Aziende Sanitarie conducendole allo sfacelo che tutti conosciamo (e la nostra regione continua ancora a ritenerli in grado di gestire la sanità nominandoli continuamente quali Direttori Generali e/o Commissari).
Si permettono, addirittura, senza averne contezza, di pontificare sul Blocco Operatorio dei Riuniti facendo chiaramente da contraltare alla pubblica denuncia della UIL la quale, puerilmente contrastata da un comunicato dei vertici dell’Azienda, ha già chiesto (con carte alla mano) un confronto pubblico al management della “BMM”. Confronto pubblico che, ad oggi, non è stato accettato (e già questo, ci pare, sufficientemente evocativo della verità!).
Alla fine, conclusivamente, interpretando il sentimento diffuso che alberga presso la nostra popolazione, chiediamo all’Ordine dei Medici un rigurgito di dignità: statevi zitti, almeno!
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