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Le persone che ricoprono cariche pubbliche, non solo politiche ma anche burocratiche, hanno dei precisi doveri, sia di fronte alla legge sia nei confronti dell’opinione pubblica.
E quando, anche attraverso una semplice denuncia, si viene a conoscenza di fatti che generano disorientamento nei cittadini e mettono in dubbio l’immagine di un ente democraticamente costituito, come il Comune, una classe politica seria deve interrogarsi sulla loro genesi ed attendere con fiducia che sulla vicenda venga fatta piena luce. Appare pertanto azzardato fare valutazioni sulla legittimità di certi comportamenti, anche se supportati da pareri “pro veritate” espressi da operatori del diritto, riferiti a quanti, come nel caso della dirigente comunale al settore Finanze e Tributi, vengono sfiorati dal dubbio di non aver operato in sintonia con le leggi dello Stato, i regolamenti ed i contratti di lavoro.
Le ragioni della stessa dirigente vanno prese in considerazione, ma non condivise tout court, se non dopo la conclusione dell’indagine interna già disposta dal Sindaco Raffa e coordinata dal Direttore generale del Comune che, a sua volta, si avvale di altri autorevoli esperti di diritto amministrativo.
Ecco perché la cautela è d’obbligo. Un obbligo che discende dalla stessa natura giuridica e sociale di una istituzione pubblica che non può essere intesa alla stregua di una società di capitali, i cui comportamenti vengono fissati da chi detiene la maggioranza delle azioni.
Anticipare giudizi o “sentenze”, in uno stato diritto, diventa la negazione dell’ordinamento giuridico e democratico a cui noi tutti siamo sottoposti.
L’unico giudizio che, in questo momento, non sarebbe azzardato esprimere è quello sull’opportunità, da parte dell’interessata, di liquidarsi ingenti compensi in un momento in cui il Comune deve fare i conti con la liquidità di cassa e con le emergenze dei cittadini. Situazione che crea gravissimi problemi ai creditori di Palazzo San Giorgio, in particolare a molte aziende che rischiano il fallimento proprio per questa temporanea sofferenza finanziaria.
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