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Il Consiglio Comunale di Reggio Calabria ha approvato un folle documento che rappresenta uno squallido e vergognoso attacco alle più elementari regole democratiche e al normale pluralismo sancito dalla Carta Costituzionale del nostro Paese.
Nella recentissima seduta del civico consesso, infatti, il PDL e i suoi satelliti hanno votato un documento con il quale, a Reggio, si vorrebbe sospendere la democrazia e istituzionalizzare il bavaglio e il silenzio all’opposizione politica e sociale, alla stampa libera e ai giornalisti, definiti incredibilmente “diffusori” di notizie false, e a tutti i tantissimi singoli cittadini che, esausti e nauseati da un sistema di potere che ha ridotto la città ad un colabrodo, hanno la sola colpa di denunciare la tragica realtà.
Mai nella storia della nostra città si era arrivati a un livello così infimo e basso.
Insomma, qualcuno pensa, o spera, di vivere nel triste e nefasto periodo del ventennio di dittatura fascista, epoca nella quale era drammaticamente annullata e vietata anche la semplice libertà di opinione. Ebbene, dopo quasi 67 anni, il Consiglio Comunale di Reggio Calabria ha deliberato che procederà con tutti i mezzi, manca solo la deportazione e l’eliminazione fisica, per mettere alla gogna tutti coloro i quali si macchieranno del reato di critica e di denuncia delle pesanti malefatte che la città di Reggio sta subendo da quasi un decennio.
Sia chiaro una volta per tutte: noi comunisti non ci faremo minimamente intimidire o zittire. Pertanto, le minacce del novello podestà Arena ci provocano grandi risate e non ci fanno affatto paura!!! Al contrario, la paura, proprio tanta, alberga in modo eloquente e palese nelle stanze di Palazzo S. Giorgio.
Il terrore di chi comprende che sta franando ogni cosa e, molto presto, la frana travolgerà, senza alcuna eccezione, tutti i protagonisti della stagione più buia della città. L’atto approvato dal Consiglio Comunale rappresenta l’estremo, disperato e inutile tentativo, portato avanti dalla fallimentare amministrazione comunale guidata dal podestà Arena, per creare un clima di minaccia e intimidazione contro tutti i soggetti che hanno la “colpa” di evidenziare e ricordare che la città di Reggio ha subito, per colpa del famigerato “modello Reggio” e delle sue giunte, una bancarotta etica, morale e finanziaria. Una realtà caratterizzata, per esempio, dal pesantissimo, e ancora parziale, buco di oltre 170 milioni di euro nel bilancio comunale e dalla scoperta, effettuata dalla Magistratura, delle gravissime infiltrazioni mafiose nella Multiservizi, diventata, attraverso prestanome, dependance della cosca Tegano.
Secondo Arena non si dovrebbero ricordare i gravissimi fatti avvenuti come l’arresto di un consigliere comunale o la scoperta di ripetute frequentazioni, da parte di un assessore comunale in carica, con un boss della ‘ndrangheta.
Ma, soprattutto, si vorrebbe, addirittura, accusare chi ha giustamente evidenziato le dichiarazioni rese, sotto giuramento in un’aula di Tribunale, dal colonello dei Carabinieri Valerio Giardina che hanno inchiodato a pesantissime e gravissime responsabilità l’ex sindaco e attuale Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti.
Il bavaglio è, quindi, l’ultimo tristissimo atto di un Consiglio Comunale che, oggi più che mai, deve essere rapidamente sciolto e mandato a casa. Del resto, la presenza della Commissione d’accesso, voluta dal Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, ha rappresentato la logica conclusione del “modello Reggio”. In tal senso, auspichiamo che la Commissione d’accesso possa serenamente svolgere il proprio compito che, a nostro modesto avviso, con la semplice “fotografia” degli atti amministrativi, porterà allo scioglimento del Consiglio Comunale e, finalmente, alla liberazione di Reggio.
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