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La tragica telenovela relativa alla famigerata Multiservizi, – la società mista del Comune, nella quale, secondo le indagini della DDA, l’istituzione comunale si è trovata, nei fatti, in società con la ‘ndrangheta rappresentata da prestanome della cosca Tegano, – continua nel suo squallido show.
Si tratta, però, di uno spettacolo letteralmente indecente, poiché si sta cinicamente giocando con la pelle di centinaia di lavoratori e delle loro esauste famiglie.
I lavoratori della Multiservizi, infatti, nonostante le chiacchiere e i proclami della giunta Arena, attendono il pagamento degli stipendi relativi ai mesi di novembre e dicembre.
Una situazione assurda e inaccettabile che ha, giustamente, causato l’esplosione della rabbia dei lavoratori che, come ovvio, sono in una condizione di pesantissima difficoltà e ai limiti della vera e propria sopravvivenza.
Pertanto, la dura protesta e le manifestazioni decise, in queste ore, dai lavoratori sono sacrosante e hanno tutto l’incondizionato sostegno dei Comunisti Italiani.
Lo sciopero a oltranza, con la contestuale garanzia dei servizi essenziali, rappresenta l’ultima spiaggia per i lavoratori della Multiservizi che rischiano di essere gli incolpevoli protagonisti di una macelleria sociale dalle proporzioni inimmaginabili.
L’imperativo è, quindi, uno solo: il sindaco Arena e la giunta comunale devono immediatamente corrispondere le somme necessarie per il pagamento degli stipendi. Contestualmente Arena deve conseguentemente attuare l’unico percorso logico previsto, vale a dire: salvaguardare tutti i posti di lavoro, nessuno escluso, e attivare le procedure per procedere all’immediato scioglimento della Multiservizi.
Non vi sono alternative o alchimie societarie per tentare di evitare la suddetta soluzione che è il naturale approdo dal punto di vista etico-morale e politico-amministrativo.
La Multiservizi è una società che, come accertato dalla Magistratura, rappresenta un pericoloso coacervo di interessi che, per lungo tempo, avrebbe visto l’indisturbata presenza del gotha della ‘ndrangheta.
Addirittura, qualche tempo fa, con grande clamore mediatico l’Amministratore Delegato, Paolo Vazzana, in modo decisamente puerile, tentò di derubricare la presenza del direttore operativo della Multiservizi, Giuseppe Rechichi (attualmente in carcere con la grave accusa di essere il prestanome della cosca Tegano nella società mista), alla stregua di un ruolo secondario e senza alcun rilievo societario.
Queste affermazioni, come noto, sono state palesemente smentite e sbugiardate, dall’encomiabile indagine della Guardia di Finanza che ha “scovato” una scrittura privata con la quale, gli altri soci privati, riconoscevano la presenza societaria del Rechichi nonostante, lo stesso, a causa di problemi di certificazione antimafia, fosse formalmente uscito dalla compagine societaria.
Un pastrocchio che, però, si è giocato con le Istituzioni e, soprattutto, con i sempre più nauseati reggini.
La via d’uscita è prevista nello Statuto della Multiservizi: si deve, infatti, semplicemente, applicare l’articolo dello Statuto della società che prevede, esplicitamente, lo scioglimento della società in caso di infiltrazioni mafiose nella stessa.
Sinceramente, non riusciamo a comprendere cosa altro debba accadere per mettere fine a questa tragica commedia che ha l’unico merito di avere portato alla disperazione e alla fame centinaia di lavoratori e famiglie reggine.
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