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“’Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi‘, diceva Brecht. Quello italiano ne ha avuti tanti: prima, durante e dopo la dittatura nazi-fascista. Quello tunisino, che sta attraversando ancora una fase delicata di transizione, non è certamente da meno, con martiri della democrazia e delle libertà del calibro di Belaid”. È stata una riflessione lucida, puntuale, dal sapore profondamente contemporaneo quella del presidente emerito della Corte Costituzionale Gaetano Silvestri, tra i protagonisti ieri sera dell’evento speciale con cui l’Horcynus Festival invernale 2014 ha salutato le città dello Stretto al Teatro Siracusa.
Una serata che è stata una festa, con la platea gremita per assistere a momenti di riflessione e musica d’autore, rallegrata dalla presenza di tanti studenti messinesi che non hanno perso l’occasione di partecipare alla conclusione del percorso sul tema Mediterraneo in Costituzione cominciato questa estate a Capo Peloro.
Uno dei momenti più emozionanti della serata è stato la consegna del Premio Horcynus Orca 2014 all’attivista tunisina che si batte per l’uguaglianza di genere nel mondo arabo Basma Khalfaoui Belaid,“con la cui Fondazione anti violenza, dedicata alla memoria del marito Chokry, proveremo a sperimentare forme di economie che si alimentano di diritti umani”, ha dichiarato Gaetano Giunta a nome dell’Horcynus Orca. L’altro premio è andato al presidente emerito della Corte Costituzionale Gaetano Silvestri,“con cui la Fondazione Horcynus Orca condivide il sogno di un Paese che si fonda nei fatti sulla libertà, l’uguaglianza e la dignità degli uomini”. In quest’occasione si è ufficializzata la nomina del giurista, dal giugno scorso libero dagli impegni istituzionali, al ruolo di membro del Consiglio direttivo della Fondazione Horcynus Orca.
A Silvestri è toccato il compito di illuminare la platea con qualche riflessione sulla Carta costituzionale tunisina promulgata il 27 gennaio 2014. Un testo “avanzato, maturo, dimostrazione concreta dell’infondatezza delle chiacchiere razziste secondo cui i Paesi arabi non avrebbero mai potuto accogliere gli ideali del costituzionalismo moderno”. Una Costituzione nata sul sangue di martiri come Chokry Belaid, e sulle battaglie del popolo tunisino, ha sottolineato la vedova Basma: “Abbiamo perso tanto: un leader, un progetto di futuro; ma queste lotte hanno innescato la svolta democratica che adesso dobbiamo sorvegliare affinché venga attuata nei fatti”.
Poi la serata è scivolata sulle note avvolgenti e coinvolgenti dei Fratelli Mancuso. Ritmi e melodie ancestrali, a tratti folk e dal gusto etnico, che hanno “parlato” al pubblico di una Sicilia antica e contemporanea al tempo stesso. Sonorità mixate con le note classiche dell’Orchestra del Teatro Comunale “Francesco Cilea” diretta dal Maestro Dario Siclari, per un risultato dal gusto estremamente particolare, molto applaudito dagli spettatori che hanno apprezzato l’approccio sperimentale e innovativo alla musica popolare d’autore dei cantanti e polistrumentisti siciliani.
Ennesimo salto oltre gli steccati dei generi in una serata di confronti e incontri, sfide lanciate e raccolte, sempre nel segno del dialogo.
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