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In tanti si sono ritrovati ieri alla stazione centrale di Reggio Calabria per chiedere il rilancio della mobilità ferroviaria da e per la Calabria e di quella interna alla stessa, in particolare, di quella sulla fascia ionica.
Ferrovieri, realtà interessate ai trasporti e, soprattutto, molti cittadini, chi già presente perché quotidiano frequentatore e chi appositamente recatosi all’interno dello scalo di Piazza Garibaldi per sostenere la causa, hanno partecipato alla manifestazione promossa dal Comitato Italiano Utenti Ferrovie Regionali (CIUFER) insieme a oltre 35 associazioni, movimenti e comitati territoriali.
C’è chi si è limitato a portare la propria presenza e chi ha voluto anche raccontare le proprie esperienze di pendolare locale o di viaggiatore a media e lunga percorrenza segnate da fattori come corse soppresse, pesanti ritardi, vetture impresentabili e tanto altro ancora. Entrambe le categorie di cittadini, sia per la strategicità della ferrovia nel non far sprofondare ancor di più la Calabria e per farle risalire la china, sia per lenire i continui disagi vissuti personalmente spostandosi sulle rotaie, hanno convintamente firmato l’apposita petizione popolare in dieci punti rivolta alla Regione, documento che ha già raccolto migliaia di adesioni e che si può firmare sul sito www.change.org.
«La situazione è estremamente grave. Non vogliamo che la Calabria sia ancor di più confinata alla marginalità col resto del Paese e condannata al dilatamento delle distanze fra i propri territori, entrambe ostacolo insormontabile allo sviluppo sociale, economico e culturale. Soprattutto nel Reggino, dove alle difficoltà ferroviarie si aggiungono anche quelle dell’Aeroporto dello Stretto e quelle dei collegamenti con Messina, problemi notevoli anche nell’ottica di una città metropolitana che così sarebbe frammentate e debole» ha affermato il professor Domenico Gattuso a pochi metri dal binario uno della stazione centrale.
«Indebolimento di corse e tratte, dismissione di infrastrutture, penalizzazione della logistica, materiale rotabile vetusto, disservizi e tanto altro ancora. Nella nostra regione non c’è una mobilità su standard europei, quindi gli utenti diminuiscono e i lavoratori sono penalizzati. Ma se il servizio fosse all’altezza, gli stessi tornerebbero. Come gli altri, i calabresi hanno diritto ad una mobilità sicura, confortevole e continua» ha aggiunto l’animatore di una mobilitazione che da due anni sta toccando diversi centri calabresi, specialmente quelli della fascia ionica estremamente colpita dallo smantellamento, che prossimamente verrà organizzata in altri, addirittura anche nella lucana Policoro.
«Però occorre uno sforzo comune, dal governo nazionale, che per ora guarda le rotaie fino a Salerno, a quello regionale, ancora fermo al palo, passando per Ferrovie dello Stato che ha sempre una forte presenza pubblica, quindi deve rispondere alla collettività e non solo al profitto. Ad esempio, occorrerebbe riequilibrare un trasporto pubblico locale messo in secondo piano da un’alta velocità e capacità che non tocca la Calabria e che però pure noi paghiamo: con i 50-60 milioni di euro di 1 km di linea TAV, nella nostra regione compreremmo 20-30 treni di nuova generazione.
Il nostro interlocutore principale è la Regione. Senza una ferrovia di qualità, la Calabria sarà senza speranza di sviluppo» è stata la conclusione del docente di Ingegneria dei Trasporti all’Università “Mediterranea”. Lo stesso ha annunciato prossime iniziative, fra le quali quelle di Crotone e Rossano (24 ottobre) e un “assalto pacifico” regionale ai treni (21 novembre). Ed è stato propositivo, avanzando i punti di una petizione che interessa anche i collegamenti fra Reggio e Messina, l’Aeroporto dello Stretto e le Omeca, fra i quali ci sono un tavolo tecnico con Governo e Regione con la partecipazione di rappresentanti di movimenti e comuni e dei loro tecnici di fiducia e un immediato provvedimento che annulli le operazioni di smantellamento di binario in corso da parte di RFI e il ripristino del binario tagliato presso la stazione di Marina di San Lorenzo.
Ma pure una procedura di gara per l’acquisto di 15-20 treni regionali di ultima generazione e un piano di rilancio dei servizi di trasporto ferroviario su standard di qualità europei attraverso un nuovo programma di esercizio che preveda la cadenza oraria e maggiore frequenza nelle fasce orarie di punta il ripristino dei treni da Sibari verso la Puglia e delle corse fra Catanzaro Lido e Lamezia e la presenza di treni locali di raccolta e distribuzione su brevi distanze come la Locride e di treni rapidi sulle direttrici principali come Crotone-Lamezia, Roccella-Lamezia, Reggio-Catanzaro Lido, Reggio-Bari, Sibari-Paola-Lamezia. Un nuovo Contratto di Servizio misurato sulle esigenze della comunità e non delle aziende di trasporto, con un sistema di monitoraggio affidato ad enti terzi e utenti e non allo stesso operatore affidatario dei servizi.
E, ancora, il recupero funzionale delle stazioni e cessione delle stesse ai comuni previa realizzazione di opere e adozione di tecnologie utili a garantire servizi di assistenza e di informazione a viaggiatori e turisti, servizi di interscambio modale, decoro e qualità ambientale.
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