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Nella sala biblioteca del Palazzo della Provincia di Reggio Calabria, l’Assessorato alla Cultura e alla Legalità dell’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria e il Centro Internazionale Scrittori della Calabria, per il ciclo “Giacomo Leopardi: Storia di un’anima”, hanno promosso il secondo incontro “Zibaldone: Il pensiero in movimento”.
Loreley Rosita Borruto, presidente del CIS della Calabria, ha sostenuto che, da anni, l’Associazione promuove dibattiti e incontri attorno ai grandi temi volti alla costituzione di una cultura critica fondata su un modello di società solidale e per un “umanesimo” nuovo e moderno.
La relatrice, prof.ssa Mila Lucisano, docente di Italiano e Latino, Liceo Scientifico “L. Da Vinci” di Reggio Calabria, Critico letterario, componente il Comitato Scientifico del CIS della Calabria, nel suo intervento ha sottolineato come lo Zibaldone sia una vera e propria ricognizione del mondo leopardiano, ma soprattutto uno straordinario ed illuminante documento della vita interiore del poeta, dell’IO, che si interroga sul proprio destino. Leopardi fu filosofo?
Questo il primo naturale interrogativo al cospetto delle 4526 facciate manoscritte, in prosa, scritte lungo l’arco della sua vita e pubblicate nel 1898 in occasione del centenario della morte del poeta. Avvicinarsi alla lettura intima e meditata di queste pagine sembra essere l’occasione preziosa per penetrare le vie più intime del “pensiero poetante” leopardiano. Noi uomini di ogni tempo, con la lettura di questo “diario”, fondamentalmente disorganico ed asistematico, che cambia continuamente direzione proprio a causa della straordinaria ricchezza degli interessi del poeta, siamo indotti a pensare, a dare il senso più alto agli immortali versi dei Piccoli e Grandi Idilli.
La tensione verso l’infinito, costante della cultura e della sensibilità romantiche, coincide in Leopardi con la ricerca del piacere, anzi l’idea dell’infinito è il più alto piacere che l’immaginazione possa concepire. “L’immaginazione è il primo fonte della felicità umana. Quanto più regnerà nell’’uomo, tanto più l’uomo sarà felice” (Zibaldone,165). L’Infinito, in sostanza, resta la suprema illusione di un piacere assoluto. Con questa visione profondamente innovativa della poesia, tradotta nelle folgoranti pagine dello Zibaldone, il poeta si presenta sulla scena del suo tempo, avversato per la profondità del suo sentire.
Il senso significativo della vitalità leopardiana va dunque ricercato nell’essere stato, il grande poeta, un filosofo “asistematico”, impegnato a pensare e a far pensare, a mostrarsi vivo e dinamico, forte della sua inclinazione alla dialettica ed alla continua sperimentazione di forme e parole. Durante l’incontro, brani scelti, tratti dallo Zibaldone, sono stati letti da Antonio Pipitone e Giovanna Minniti, studenti del Liceo Scientifico “L. Da Vinci” di Reggio Calabria.
Tra il numeroso pubblico presente sono intervenuti al dibattito: Emilia Serranò Degli Espositi, Silvia Sestito, Giovanni Pipitone, Marco Comandé, Giuseppe Palamara e Giuseppe Pitasi.
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