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Si è svolta ieri, nel Salone della Camera di Commercio di Reggio Calabria, l’ottava edizione del Forum europeo forum europeo “L’innovazione per la competitività”, che quest’anno è stato dedicato all’innovazione intesa come un’innovazione di sistema che nasce dai territori e mette in rete tutta la filiera socioeconomica coinvolgendo soggetti pubblici e privati: scuola, ricerca, economia, finanza, imprenditoria.
Il Forum è stato promosso dalla Camera di Commercio di Reggio Calabria attraverso l’Azienda Speciale In.form.a., in collaborazione con Dintec Consorzio per l’Innovazione Tecnologica e sotto il patrocinio della Regione Calabria e di Unioncamere Unione italiana delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura
L’incontro di ieri, moderato da Vittorio Macioce, giornalista de “il Giornale”, ha avuto l’obiettivo di creare le basi di una nuova cultura dell’innovazione, in cui imprese, parti sociali, università e soggetti istituzionali fanno sistema.
Fare rete per creare un nuovo modello di sviluppo basato sull’innovazione è una necessità e un’opportunità che è stata colta e sostenuta dalla Camera di Commercio sin dal 2004, anno della prima edizione del forum dell’Innovazione. «Oggi può sembrare velleitario parlare di innovazione in un territorio come il nostro, in cui il tessuto imprenditoriale è costituito per l’87% da micro imprese che fanno fatica a rimanere a galla. Ma è l’unica via per uscire dal pantano nel quale siamo invischiati. Senza innovazione non c’è sviluppo» ha dichiarato Lucio Dattola, presidente della Camera di Commercio. E concorda Antonio Stefano Caridi, assessore alle attività produttive della Regione Calabria che ricorda come la Regione stia rispondendo alle necessità del territorio. Un esempio per tutti: 80mila euro di fondi per agevolare l’accesso al credito delle piccole e medie imprese calabresi, o per lo start up di nuove realtà imprenditoriali.
«In un territorio come la Calabria in cui la crisi si fa sentire più forte che in altre realtà dobbiamo promuovere la cultura e la conoscenza dell’innovazione, agevolare lo start up di imprese innovative e accompagnarle con capitale umano qualificato e con finanziamenti. Ma per fare questo bisogna creare una rete che metta insieme e faccia interagire i vari sistemi: finanziario, produttivo universitario, istituzionale». E quanto ha dichiarato Antonio Palmieri, segretario generale della camera di Commercio di Reggio Calabria
L’innovazione è rinascimento, cambiamento, rivoluzione. L’innovazione non è solo tecnologica, ma culturale. Come ha ribadito Manuela Arata, direttore dell’Ufficio promozione e sviluppo collaborazioni del CNR, una vera e propria rete di istituti, laboratori e dipartimenti, distribuiti su tutto il territorio, secondo la quale è necessario scardinare l’atteggiamento conservatore degli italiani convincendo i giovani che devono riprogettare il loro futuro, appassionandoli e stimolandoli a diventare creatori di innovazione.
Ma creare nuove imprese innovative non è facile soprattutto nel Mezzogiorno, dove si spende solo lo 0,8% dei fondi per l’innovazione, dove i laureati eccellenti scelgono di andarsene all’estero e dove accedere al credito è sempre più difficile.
Bisogna dunque mettere in campo tutti i soggetti privati e pubblici per costruire un vero e proprio sistema per l’innovazione: i business angel, quegli industriali, manager o ex imprenditori che investono capitali propri ed esperienza nelle Pmi innovative con alto potenziale di crescita; il sistema camerale che dispone di osservatorio privilegiato per connettere e stimolare i diversi attori, grazie alle sue competenze interdisciplinari e alla sua rete di relazioni nazionali e internazionali; una pubblica amministrazione trasparente, che si mette dalla parte dei cittadini stabilendo con loro una relazione bidirezionale; gli istituti di credito che devono essere vicini al territorio e devono sostenere le imprese giovani e valorizzare le idee.
I processi di innovazione richiedono una forte interazione tra mondo della ricerca e mondo dell’industria per trasformare le idee nate in laboratorio in un’impresa. E se, da un lato, il mondo della ricerca deve sforzarsi di essere più comprensibile, dall’altro il mondo imprenditoriale deve chiedere esattamente di cosa ha bisogno. È per questo che il Centro Nazionale francese della Ricerca Scientifica (CNRS) ha attivato un servizio che, sulla base delle richieste specifiche formulate dalle aziende, dà soluzioni tecniche identificando i laboratori di competenza.
Una soluzione per far incontrare la ricerca e il settore produttivo-imprenditoriale sono gli spin off universitari, società che, nate dalle Università, si occupano non solo di alta consulenza tecnico-scientifica e di sviluppo progettuale, ma anche di business development e della commercializzazione di servizi e prodotti. E il caso dei due spin off nel settore dell’agroalimentare dell’Università della Calabria (R&DCal e TIFQ Lab Sud) che offrono alle aziende produttrici ricerca, sviluppo, l’accompagnamento tecnologico in produzioni innovative.
La tavola rotonda pomeridiana ha posto l’accento su tre concetti fondamentali per recuperare competitività e uscire dalla cris: fare rete, investire sul capitale umano e tarare il trasferimento tecnologico sul consumatore finale e non sull’impresa produttrice. Sono stati presentati casi di successo ed esperienze: il consorzio del Collio, una rete di imprese vitivinicole friulane, per lo più a conduzione familiare, che ha creato un brand per promuovere non solo il vino ma tutto il territorio, mettendo a sistema tutte eccellenze locali: dal turismo alla cultura, alla gastronomia; StartupBusiness il network, creato da Emil Abirascid, che raccoglie e mette in relazione chi sviluppa e offre innovazione e coloro che ne possono supportare lo start up e l’ingresso nel mercato: investitori, imprese, istituzioni, centri di ricerca, università, acceleratori d’impresa, incubatori, parchi scientifici e tecnologici, ricercatori, inventori, innovatori; Zernike Meta Ventures, società finanziaria italiana che gestisce fondi pubblico-privati e investe in aziende innovative.
Ha chiuso i lavori Massimiliano Ferrara, dirigente generale del dipartimento Cultura, Istruzione, Università, Ricerca, Innovazione Tecnologica, Alta formazione della Regione Calabria, che ha ribadito l’impegno della Regione per sostenere l’innovazione, favorire e rafforzare i collegamenti tra sistema scientifico e sistema imprenditoriale, bloccare l’emigrazione di cervelli: dalla creazione dei nuovi distretti tecnologici e laboratori pubblico privati dai poli per l’innovazione, ai bandi per attrarre imprese innovative e per i broker dell’innovazione.
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