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Grande successo di pubblico per la mostra documentale “In nome della Legge” Tracce satiriche della Polizia italiana tra Otto e Novecento, ospitata nello spazio espositivo del Palazzo storico di Poste Italiane di via Miraglia, a Reggio Calabria.
La mostra, curata dallo storico della satira Fabio Santilli, promossa dall’Ufficio Storico della Polizia di Stato, e realizzata in collaborazione con il Centro Studi Galantara, la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e la Biblioteca del Ministero dell’Interno, era stata inaugurata in occasione della presentazione del francobollo dedicato alle Questure d’Italia, emesso per celebrare il 161° della fondazione della Polizia di Stato.
Molte le scuole cittadine che hanno dedicato una visita alla singolare esposizione, tra queste una rappresentanza del Liceo Scientifico “L. Da Vinci”, accompagnata dalla dirigente scolastica Giuseppina Princi e da alcune insegnanti. Ad accogliere i ragazzi il direttore provinciale di Poste Italiane, Carolina Picciocchi, e il Commissario capo della Questura di Reggio Calabria, Annamaria Ciccariello.
I ragazzi hanno potuto ripercorrere, attraverso le pagine dei più importanti giornali satirici del XIX secolo, la storia della attività della Polizia, dall’istituzione del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, nel 1852, fino all’avvento del fascismo e lo scioglimento del Corpo della Regia Guardia nel 1922.
I torinesi Il Fischietto, il Pasquino e il Diavolo rosa; i milanesi L’uomo di Pietra, lo Spirito folletto, il Guerin Meschino; i romani Figlio di Don Pirlone, la Frusta, Don Chisciotte, Rugantino, L’Asino e Il Travaso delle Idee; il bolognese La Rana; sino a il 420 e al Vero Monello di Firenze, L’Arlecchino, il San Carlino e al Contropelo di Napoli, hanno consentito ai visitatori di tuffarsi nel mondo della satira giornalistica, che partecipava a pieno titolo alle vicende politiche dell’epoca, e scoprire un e scoprire un aspetto della nostra storia passata in cui l’arte satirica è elemento indispensabile della narrazione. Giornali satirici che offrono un insolito spaccato del nostro Paese attraverso la figura del poliziotto e del suo agire in nome della legge, nei suoi rapporti con la società e le norme giuridiche del tempo. Poliziotto che, sulle loro pagine, appare sempre più come la personificazione di un sistema politico continuamente messo in discussione.
Un grande quadro composito e articolato che racconta un’unica grande storia in cui il protagonista è, ovviamente, il “pitalettaro”, il “birro”, cioè il poliziotto.
Molte apprezzate le divise originali e il corredo che, nelle varie epoche, faceva parte della dotazione del poliziotto.
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