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Standing ovation per l’Officina dell’Arte che, per il gran finale di domenica sera al teatro “Siracusa”, registra un meritato tutto esaurito. Con la commedia “13 a tavola” di Marc Gilbert Sauvajon, testo riadattato dalla compagnia teatrale di Peppe Piromalli, si chiude la stagione artistica di un gruppo di professionisti che ha creduto in un sogno realizzando con le proprie forze un cartellone di eventi di ampio respiro. Per due ore, in due intensi atti, gli attori Antonio Malaspina, Patrizia Britti, Agostino Pitasi, Mariella Fortugno, Tiziana Romeo, Angela Albanese, Marco Carnà insieme al traghettatore Piromalli, hanno raccontato la storia di una coppia di omosessuali in preda ad un grave problema: la superstizione del tredicesimo ospite a tavola. La travolgente coppia composta da Piromalli e Malaspina nei panni rispettivamente di Achille ed Ettore Vergottini non solo deve superare il tabù del numero 13 ma anche la presenza dell’ex fiamma Consuelo Nunzia Ringiangiola (interpretata dalla passionale Britti) tornata a riprendersi il fidanzato creduto morto. Tra simpatici siparietti di entrate ed uscite di commensali invitati per aumentare e diminuire il numero a tavola, prende forma un esilarante quadro di vita nella quale ha un ruolo chiave anche lo strano maggiordomo Paride rigorosamente in calzamaglia nera inserito nel vertiginoso gioco di equivoci. Spesso gli attori sono interrotti da applausi e risate di un pubblico estasiato da ritmi dinamici, brillanti sketch, battute divertenti e a tratti pungenti, per nulla volgari. Non si generalizza mai né ci sono moralizzatori ma quelli sul palco sono semplicemente bravi attori che rispettano le scelte di vita di ognuno, non offendono né ironizzano sull’omosessualità semmai si prendono gioco di chi ancora crede nella superstizione del numero 13. Così il protagonista Achille che su un quadro al muro appende le facce dei suoi commensali sperando sempre che la sua lista di invitati superi o sia inferiore a quel numero che porta solo sventure. La commedia scorre fluida, i testi sono semplici e chiari, gli attori hanno tempi e modi giusti e poi su tutto, si impone la scenografia di una casa accogliente costruita dal team Officina. Il finale è sorprendete, tutto il cast è senza fiato per aver ininterrottamente scandito una storia quotidiana senza alcun buco di scena, senza alcun tentennamento, senza alcuna pausa. L’Officina dell’arte in poche ore, è riuscita a creare spettacolo, a riportare in città un’arte che segna e insegna. E ora si lavora per il cartellone estivo ovviamente targato Piromalli&Co.
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