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Una serata speciale, “prestigiosa” per Tabuarasa, giunta al XIII appuntamento, dove a catalizzare l’attenzione del numeroso e attento pubblico del Circolo “Polimeni” è stata l’“Informazione globale nel XXI secolo”.
Ospiti d’eccezione del Contest d’inchiesta, Peter Horrocks, direttore della BBC World Service, Federica De Sanctis, conduttrice del tg24 di Sky, Philip Pullella caposervizio Reuters per l’Italia e il Vaticano, Gina Marques, corrispondente per la televisione brasiliana Globo News, Thierry Cros, corrispondente per Rmc, Eurosport e Tf1.
“Conosco il vostro paese e sono affascinata dalla preziosa cultura e dai miti della Magna Grecia ma dopo 24 anni mi risulta incomprensibile che in Italia ci sia ancora la lamentela – afferma la giornalista Marques – In Brasile gli scandali dei politici ce ne sono a dozzine ma da noi c’è un detto che afferma: tanto tutto finisce in pizza, cioè all’Italiana”.
“Non è facile raccontare l’Italia perché siamo spesso troppo seri ed è vero che ci lamentiamo – postilla la De Sanctis – ma resta sempre un bel posto dove vivere. Se continuiamo a non rispettare le regole, a violare i codici etici, la situazione peggiorerà. Ogni giorno, cerchiamo di informare gli spettatori su tutto quello che accade nel mondo con obiettività ed imparzialità anche se è difficile raccontare ciò che succede con neutralità. Ma questo è l’impegno del giornalista, purtroppo nel nostro Paese si viola spesso l’articolo 15 della Costituzione che tutela la libertà e la segretezza della corrispondenza, un diritto fondamentale riconosciuto al cittadino. In Italia si è diffusa la teoria della narcotizzazione del Paese”.
Ma come è vista l’Italia all’estero? – domandano i due padroni di casa Giusva Branca e Raffaele Mortelliti.
“L’Italia che si vede all’estero è un’Italia che seduce, vende bene i suoi prodotti ed è tanto interessante per i suoi livelli culturali – afferma Pullella – E’ difficile spiegare la vostra politica all’estero e ci sono ancora troppi stereotipi dell’Italia da superare. Il ruolo dei corrispondenti è di raccontare sempre la verità e non cadere in questi modelli sbagliati. L’Italia è un paese che potrebbe funzionare molto meglio ma non è un paese alla deriva”.
Eppure ci sono molti gap che devono essere superati, secondo tutti gli ospiti, e tra questi nel “giornalismo non andrebbero pubblicate i verbali degli interrogatori e le intercettazioni che non hanno alcuna attinenza con le inchieste”.
“Come mai c’è la fuga di notizie? – domanda il corrispondente Pullella – La responsabilità non è solo del giornalista ma di chi rivela certe notizie. E’ giusto informare il lettore ma un bravo cronista non deve superare il limite della moralità. Deve tornare ad essere più umile e a fare questo lavoro non per una parte di persone ma per tutti. Il vero problema in Italia è che c’è un miscuglio tra “potere” e giornalismo”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il corrispondente Cros che, da 20 anni in Italia, non riesce a capire come mai “i problemi di questo paese pur essendo una nazione seria, sviluppata economicamente, capace di produrre , non riesca a risolverli. C’è qualcuno che non vuole superarli o è la società che non riesce a farlo? Fare il corrisponde per l’estero dall’Italia è molto difficile e lo puoi fare o stereotipando la realtà o, se lo fai bene, devi dire la verità. La stampa italiana ha un grosso problema è autoreferenziale, i giornalisti scrivono per loro stessi o per i politici non per i lettori”.
Eppure resta un Paese che “ammalia” gli stranieri forse per le sue “contraddizioni”: “Da un lato abbiamo una straordinaria cultura, i suoi ambienti, le ricchezze, dall’altro abbiamo un sistema politico contraddittorio – conclude Horrocks- Gli stranieri vedono l’Italia in modo positivo ma il problema sono le regole. La mancata osservanza di queste che impatto ha? Questa è la domanda che si fanno quelli che vivono all’estero. Non servono giornalisti star ma giornalisti capaci di delineare la realtà dei fatti. Certo, serve un’autodisciplina rigida ma lo scandalo Murdock non solo ha scosso la comunità che si è ribellata ed indignata, ma ha messo un freno al giornalismo fatto solo di scandali”.
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