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Nel corso del fine settimana i Carabinieri di Reggio Calabria sono stati impegnati in un servizio di controllo straordinario del territorio cittadino nell’ambito di un piano di intensificazione dei controlli disposto dal Comando Provinciale di Reggio Calabria per fronteggiare il fenomeno del traffico di sostanze stupefacenti e dei reati di natura predatoria.
Nel corso dell’operazione che ha visto sul campo l’impiego dei carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia reggina con il supporto dei militari della Compagnia di Intervento Operativo del 12° Battaglione Sicilia e delle unità cinofile per la ricerca di droga ed armi del Nucleo Carabinieri Cinofili di Vibo Valentia, sono stati effettuati controlli di persone e veicoli con numerose perquisizioni personali e domiciliari.
In particolare i militari dell’Aliquota radiomobile nel corso di una perquisizione operata all’interno di una impresa specializzata nella commercializzazione del legname, hanno rinvenuto addosso al titolare, L.F., ottantunenne, incensurato di Reggio Calabria, una pistola Beretta calibro 7,65 con il relativo serbatoio, si rinveniva, inoltre una pistola a salve marca Bruni completa di caricatore con n.14 a salve. L’arma, seppur regolarmente denunciata dal LIBRI, non poteva essere portata in luogo aperto al pubblico. La pistola in questione si presentava con il colpo in canna. L’arma e le munizioni sono state sottoposte a sequestro e il commerciante veniva tratto in arresto per porto illegale in luogo aperto al pubblico di arma da fuoco.
Nel medesimo contesto sempre i militari dell’Aliquota Radiomobile, insospettiti dalla condotta di due persone a bordo di un’autovettura che si aggiravano in Gallina in prossimità di alcune abitazioni, temendo che potessero compiere un’azione criminosa li bloccavano e li sottoponevano ad accurato controllo. I due, provenienti da Napoli dopo aver fornito le proprie generalità, si giustificavano dicendo di essere giunti in mattinata da Napoli e di dover far visita ad un loro parente che abitava in zona, peccato però che di costui non sapevano indicare il nome. Permanendo dei dubbi sulla giustificazione fornita, si approfondiva il controllo mediante accurata perquisizione, personale e del veicolo, con grande sorpresa dei militari, venivano rinvenuti all’interno di un pacco di biscotti del “Mulino Bianco”, due panetti di sostanza stupefacente. Ad un controllo più accurato effettuato anche grazie al Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti del Comando Provinciale di Reggio Calabria, risultava che si trattava di due panetti di hashish del peso di 100 grammi circa dai quali si potevano ricavare 320 dosi medie giornaliere. Oltre allo stupefacente venivano trovato del denaro contante per un ammontare di 350 euro, il tutto veniva sottoposto a sequestro. Al termine delle operazioni venivano sottoposti ad arresto nella flagranza del reato di detenzione illecita di sostanza stupefacente:
SOZIO Aniello e PREZIUSO Luca, rispettivamente, cinquantaduenne e quarantenne, ambedue di Napoli. Un altro importante e prezioso risultato veniva conseguito, infine, grazie al contributo di un cittadino che mediante una segnalazione al numero del Pronto Intervento 112, informava la Centrale Operativa del Comando provinciale della strana presenza di alcuni individui in prossimità dello stabilimento ex Coca Cola di Bocale. Venivano immediatamente inviate sul posto alcune Autoradio del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Reggio Calabria. Grazie alla rapidità dell’intervento i militari riuscivano a sorprendere:
BEVILACQUA Cosimo, quarantatreenne di Reggio Calabria, pregiudicato e ASSASSI HICHAM, ventitreenne di origine marocchina, incensurato, mentre erano intenti a caricare alcune bobine di rame sulla loro autovettura. Da un immediato sopralluogo operato dai militari sul posto veniva riscontrato che i due avevano tranciato la recinzione metallica e si erano introdotti nello stabilimento ex-Coca Cola, una volta all’interno avevano asportato mediante il danneggiamento di alcune apparecchiature ivi presenti una consistente quantità di rame. Oltre al rame asportato, venivano rinvenuti anche gli arnesi utilizzati dai due per portare a compimento la loro attività. Pertanto i militari, ricostruita accuratamente la vicenda, considerato l’elevato quantitativo di materiale asportato, circa 150 chilogrammi, e i danni causati per asportarli, venivano tratti in arresto nella flagranza del reato di furto aggravato.
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