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Chi finanzia le Sentinelle in Piedi? Quale regia occulta tira i fili di una resistenza che si ingrandisce di giorno in giorno? Chi cura la sofisticata comunicazione di questa rete che si è fatta spazio col silenzio, nonostante l’ostilità del mainstream? E soprattutto, cosa spinge tutte queste persone a scendere in piazza? Sono domande che ci sentiamo ripetere ogni volta che vegliamo. Interrogativi legittimi, a volte posti per capire davvero l’anima di questa esperienza di popolo, a volte da chi non conosce altra via se non quella di incasellare le persone secondo uno schema preconcetto che sia di natura politica, culturale o religiosa. Ma la rete delle Sentinelle in Piedi è ben altro: una
realtà unica nel panorama italiano, che esula tali categorie ed è al di fuori delle logiche dei legami partitici e associazionistici, composta da individui autenticamente liberi accomunati dallo stesso amore per la propria e altrui umanità. Come abbiamo ripetuto tante volte, anche ieri nelle piazze di Milano, Roma, Parma, La Spezia, Brescia, Forlì, Rieti, Bolzano e La Spezia, la nostra non è altro che una resistenza spontanea, cresciuta per contagio, costruita con l’amicizia, basata su questo amore comune per l’uomo e la sua libertà che si realizza nell’adesione a una verità iscritta nel cuore di ciascuno di noi.
Anche sabato 13 dicembre siamo stati pesantemente contestati. Gruppi di persone più o meno arrabbiate si sono dati appuntamento per schernirci, insultarci, offenderci, provocarci e impedirci di esprimerci. A chi ci contesta vorremmo dire che considerare le persone in base all’orientamento sessuale significa sminuirle, ridurle al loro istinto, noi invece siamo certi che la loro dignità consista in qualcosa di più grande di un’attrazione: l’esigenza di verità, giustizia e bellezza che ci rende tutti persone uguali. Sono dunque le cosiddette sigle del mondo Lgbt a compiere la prima, vera, grave, ingiusta discriminazione presupponendo una contrapposizione tra “omosessuali” e “eterosessuali” che non esiste. Non esiste perché le persone non sono categorie. Non esiste perché l’unica dualità possibile e realmente fondativa di noi tutti è quella uomo/donna e chi afferma il contrario parlando di autodeterminazione, come accade sempre più spesso anche nelle scuole all’insaputa dei genitori, mente facendo male soprattutto a chi ci crede. A chi ci contesta perché erroneamente ritiene che mettiamo in discussione l’amore tra due uomini o tra due donne, vorremmo ricordare che l’amore non è un diritto, e che non esiste
ordinamento giuridico che regolamenti un sentimento: oggi in Italia il matrimonio è solo fra uomo e donna non perché viene riconosciuto un eventuale sentimento che lega i coniugi, ma perché gli stessi si assumono dei doveri sacrificandosi per crescere uomini all’interno dell’unica vera cellula fondamentale della nostra società riconosciuta dalla Costituzione. A chi ci contesta e realmente crede che occorra una legge per far fronte alle
violenze e alle aggressioni nei confronti di persone con tendenze omosessuali, ricordiamo che il nostro ordinamento giuridico prevede già allo stato attuale delle pene per chi si rende protagonista di atti di violenza e che non sarà introducendo il reato di opinione – come pretende di fare il Ddl Scalfarotto – che si metterà un freno alla meschinità di chi offende ingiustamente. Siamo dunque in piazza per dire che le persone sono molto di più di una pulsione, per dire che non si possono istituire diritti in base all’orientamento sessuale, siamo in piazza per la libertà di tutti, anche per amore di chi viene strumentalizzato nelle sue emozioni più intime. La nostra è una testimonianza che diventa zione politica solo di conseguenza. Questo è il nostro metodo, il nostro stile, chiunque cerchi di strumentalizzarlo o scenda in piazza per una dimostrazione di forza come è accaduto il 13 dicembre a Roma, semplicemente non è una Sentinella. Siamo in piazza per il bene anche di chi ha la coscienza addormentata, di chi ci contesta perché vittima cosciente o incosciente dell’ideologia. Vegliamo perché sia tutelata l’essenza dell’uomo, vegliamo per la ragione, vegliamo in silenzio perché ci sta a cuore la vita di ciascuno, anche la tua. Catania sabato 20 dicembre, Piazza Università, ore 17.30.
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