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Come ebbe a dire l’inventore e diplomatico Benjamin Franklin, “ quando il pozzo è asciutto, ci rendiamo conto del valore dell’acqua”; sfortunatamente oggi in gran parte del mondo si corre il rischio di imparare la lezione di Franklin nella maniera più dura. Per decenni l’acqua è stata oggetto di spreco, di utilizzazione sconsiderata e di abuso ora gli effetti incominciano a sentirsi.
Il consumo globale di acqua è in continua crescita e la natura ci invia segnali in merito alle conseguenze: quasi ovunque i livelli delle falde acquifere vanno diminuendo in maniera preoccupante, varie zone umide sono esposte a un processo di desertificazione. L’ uso dell’acqua a livello globale è più che triplicato.
Le risposte alla scarsità di acqua hanno finora seguito logiche obsolete, non orientate al risparmio. La società moderna considera questo elemento come una risorsa disponibile da cui attingere a volontà, senza pensare che l’acqua è l’elemento fondante affinché ci sia la vita. I sistemi idrici urbani sono molto spesso dei COLABRODO, non basta la semplice manutenzione, ma in molti casi necessita la realizzazione ex novo dell’intera rete.
Per ottenere un risparmio dell’acqua innanzitutto bisognerebbe sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema e i comuni dal canto loro dovrebbero essere più accorti affinché ci sia maggior risparmio che sperperi. Le zone d’ombra sulla gestione dell’acqua in Calabria sono tante che vanno dall’approvvigionamento fino all’erogazione dei servizi; la più eclatante è quella relativa alla tariffa applicata ai comuni calabresi assolutamente illegittima come confermato dalla sezione regionale della Corte dei Conti della Calabria.
La normativa nazionale prevede che per situazioni come quella calabrese dove ancora non è entrata in vigore il cosiddetto metodo “normalizzato” la determinazione della tariffa idrica spetta al Cipe; ma soprattutto prevede che gli adeguamenti tariffari sono competenza esclusiva del Legislatore Statale precludendo alle Regione ogni attività in merito. In Calabria invece gli adeguamenti tariffari sono state stabilite con delibere regionali, quindi assolutamente in maniera illegittima, con un maggior esborso da parte dei comuni che ha gravato per circa 1,8 milioni di euro all’anno sui comuni,e, quindi sui cittadini calabresi.
È paradossale che una situazione di illegittimità acclarata sia ancora in piede e che i rappresentanti dei partiti in Calabria non riescono a far nulla. Ma se il socio di maggioranza assoluta della SORICAL SPA con il 53,50 % è la Regione Calabria, cosa fanno i rappresentanti dei partiti presenti in SORICAL? Se da una parte è vero che molti comuni sono morosi per milioni di euro dall’altra ci deve essere una giusta tariffa da imporre sui poveri contribuenti. Sarebbe necessario un maggior dialogo tra Comuni e Regioni in modo tale da instaurare un tavolo di lavoro costruttivo per un problema quale quello dell’acqua che rappresenterà di sicuro uno dei più importanti “problemi” a livello mondiale , e dall’altro una oculata spesa per l’adeguamento o la nuova realizzazione di reti idriche funzionanti e in grado di ottimizzare l’utilizzo di questa importante risorsa.
Roberto Ieraci
Coordinatore Area Jonica
Generazione Futuro Reggio Calabria
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