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Nel salone della Chiesa San Giorgio al Corso di Reggio Calabria, su iniziativa di Loreley Rosita Borruto, presidente del Centro Internazionale Scrittori della Calabria, l’On. Natino Aloi, già Sottosegretario alla P. I., ha tenuto una conferenza sul tema: “Risorgimento tra realtà ed apologie”.
Il tema dell’Unità d’Italia, di cui quest’anno ricorrono 150 anni, è stato trattato dall’On. Aloi con rigore scientifico sottolineando l’esigenza storica del processo risorgimentale senza prescindere anche da elementi critici riguardanti fenomeni come la “Questione meridionale”, il brigantaggio e tanti errori di una classe politica che di frequente ha considerato il Sud come “colonia”.
Ciò nonostante e senza prescindere dalle responsabilità della “classe dirigente nazionale”, l’Unità d’Italia andava realizzata perché non poteva essere concepito che si restasse nella condizione di “semplice espressione geografica”. Certo, ha ribadito Aloi, il modo come si è realizzata l’Unità d’Italia non è dei “migliori”, ma nel momento in cui il disegno unitario è andato a buon fine non c’erano soluzioni alternative.
Di qui il contributo di quattro figure storiche (Mazzini, Garibaldi, Cavour e Vittorio Emanuele II°), diversissime tra di loro, ma tutte indispensabili per raggiungere il fine dell’Unità (canone “quadrunvirale” di gentiliana espressione). Ma, al di là di queste riflessioni, che pongono ancora oggi la questione se “oltre all’Italia” si siano “fatti gli italiani” come sosteneva il D’Azeglio, è opportuno che l’evento dei 150 anni venga ricordato senza enfasi e retorica, ma con semplicità e responsabilità, nel ricordo anche dei sacrifici dei “vinti”, di coloro che, al Sud, si sono battuti per un loro ideale.
A conclusione, l’On. Aloi ha auspicato che si possa pervenire ad una storia serena e senza rinfocolare odi e rancori, come auspicavano coloro che all’unità guardavano per offrire alle generazioni future una Patria “libera, indipendente e sovrana”.
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