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Il ricambio generazionale di cui il Partito Democratico ha bisogno in Calabria deve partire dai contenuti,da una proposta politica chiara e netta sui temi della Legalità,del Lavoro tenendo sempre alta la barra sulla questione morale.
Serve una proposta programmatica che blocchi la speculazione,che investa sull’accesso al futuro delle nuove generazioni e che guardi all’Europa come il cuore dell’innovazione e dello sviluppo.
Credo che per costruire un centro sinistra competitivo è indispensabile ritornare a parlare al nostro popolo,partire dalla base e dare un idea chiara circa le forze che realmente fanno opposizione a questo governo di centro destra e metterle in rete tra di loro.
Il progetto del Nuovo Ulivo lanciato da Pierluigi Bersani non è tramontato ed è sempre attuale ; a Reggio Calabria questo progetto deve coinvolgere anche Sel,Idv ma l’opa va lanciata a tutte le forze del riformismo democratico presenti nella nostra provincia.
Le due formazioni politiche ritengo che devono raccordarsi per un azione comune di opposizione intelligente con il nostro capogruppo Giuseppe Morabito alla provincia e con il coordinatore del centro sinistra al comune Massimo Canale.
Il partito deve essere da filtro a questi processi.
Le discussioni interne al centro sinistra vanno bene e possono fare crescere il nostro progetto ma solo se vanno intese sul futuro e non sulle amicizie di un tempo,non si può lottizzare il partito ne lo si può ragionare con gli schemi pregressi con il quale lo si è costituito.
Il Partito Democratico deve essere un partito aperto ma non liquido,perno di una grande alleanza democratica ,un partito che viva tra la gente,nei territori,dentro le sezioni,con un organizzazione giovanile libera e che non sia feudo di nessuno se non dei propri iscritti,dei propri militanti.
La si può pensare diversamente rispetto a proposte o ad idee ma se questa discussione la si fa dopo che ci siamo totalmente mescolati e contaminati è più facile che da questo raffronto si possa sollecitare un fermento democratico utile per il partito stesso.
Basta al partito famiglia ma anche alla lista dei nominati; i fenomeni di cooptazione però non sono solo quelli riguardanti i nostri eletti alla camera dei deputati,riguardano anche altri fenomeni che preludono una rete vassallatico beneficiaria che non fa crescere il partito e che mortifica il ruolo di tanti giovani che fanno della militanza e dell’impegno il loro agire quotidiano.
Non dobbiamo confondere il ruolo del funzionario di partito con quello del dirigente e non possiamo pensare che il rinnovamento lo si possa fare con un elenco dei nomi “fighi” , nessuno è detentore della patente del rinnovamento e non possiamo pensare che il rinnovamento “tout court” sia la soluzione esclusiva per dare una svolta al partito se il partito non si impone delle regole per declinarlo nel migliore dei modi secondo un patto generazionale che potrebbe essere il mix vincente.
Nessuno può avere rendite di posizione se non per l’impegno che ha messo in campo e che mette in campo nel quotidiano,impegno che riguarda elaborazione politica e militanza,presenza e interesse come elementi indispensabili per la formazione di un gruppo dirigente responsabile e innovativo che sia pronto ad essere maggioranza di governo nei nostri territori,tra la nostra gente.
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