Reggio Calabria, riflessione sul territorio

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 Riceviamo e pubblichiamo da Filippo Sorgonà Operatore Culturale

 

“Se è vero come è vero che il livello di civiltà di un popolo si misura anche dalla sua capacità di produrre Cultura  allora Reggio,  in questo momento,  sarebbe neppure un “appunto”  per gli scritti  degli storici   conquistando oramai  posizioni di settore  prossime allo “zero” .

 Sono passati oltre 100 gg dall’insediamento della nuova Giunta e  questa tanto decantata  “Primavera” sembra proprio non arrivare registrando, piuttosto, un prolungato letargo ed un immobilismo finanche imbarazzante.

“Anno zero” per il Teatro , per la Musica, per la Pinacoteca, per i Musei , per la Biblioteca, per la pianificazione ordinaria di Eventi , per il Patrimonio artistico- architettonico , per  quello archeologico e paesaggistico, per quello etnografico  ed infine, anche se non per ultimo, per tutto  il patrimonio culturale “impersonale” costituito spesso dalle stesse intelligenze “locali”  costrette ad esprimersi  in  condizioni talmente mortificanti  da dover  migrare altrove per non implodere e morire per “asfissia”.

Che fine hanno fatto il Teatro di Gallico, quello di Pellaro e l’Arena  Lido? Potremmo sapere cosa ne sarà?

Della mia proposta su recupero del Miramare come “ Ostello d’Arte”, articolata e dettagliata e non “sommaria” come quella pubblicizzata sulla stampa da Sindaco ed alcuni assessori, cosa se ne vuole fare?

Dell’ex Fiera di Pentimele, dell’Area del Tempietto, dell’utilizzo del Tapis Roulant come “Galleria d’Arte”  e di molti altri spazi cittadini ormai “muti” cosa se ne vuole fare?

Secondo statuto comunale ogni assessorato dovrebbe attivare una “consulta” ma non se ne è vista l’ombra; le iniziative  da mettere in campo sarebbero centinaia ma non ci sono segnali di vita.

Non abbiamo rilevato  alcuna attività , alcun segnale, alcun cenno di conforto dall’Assessorato preposto alla gestione del  settore  Cultura  tanto da chiedersi se sia o meno il caso di continuare a mantenere addetti ai “lavori” per” lavori” inesistenti ,  di fatto.

Da “culla di civiltà” allo “zero” è un atavico insopportabile affronto della città che c’è  alla città che fu .

Condanniamo la barbarie dell’Isis che distrugge la “memoria storico-artistica” per distruggere strumenti di consapevolezza  e dunque di libertà di intere popolazioni  ma noi facciamo di meglio ? Abbiamo partorito Storia ospitando  vita ed  opere di Figure che ci  invidia il mondo e non riusciamo  ad essere all’altezza neppure della preservazione e della divulgazione delle stesse?

Non esiste alcun piano di valorizzazione del nostro “sistema-cultura” cittadino ( che dovrà diventare “metropolitano”) né sembra ci  si sia dotati neppure degli strumenti amministrativi ed operativi  elementari per farlo  brancolando  nel buio e trasferendo all’esterno la sensazione che non si sappia proprio da dove iniziare.

 Chissà cosa ne pensano  Pitagora, Timeo di Locri, Campanella, Barlaam di Seminara oppure  Vitrioli, Cilea, Boccioni, Benassai, Frangipane, Jerace e tanti altri ancora; chissà se avranno ancora la pazienza di sopportare la nostra annosa inerzia.

Chissà se avranno la pietà di perdonare la bieca politica che cambia bandiera ma preserva sempre e soltanto se stessa nel segno del Potere facendo diventare la Cultura un  ”opzione di intrattenimento”  ludico per il controllo del popolino, un indice di gradimento, un parametro del  consenso piuttosto che  uno strumento di elevazione e libertà ; la città, svuotata già di  secoli di memorie da catastrofi naturali , sta conoscendo la peggiore fra le patologie culturali : la superbia .

Una città con la cultura da “periferia degradata” come fa a diventare “metropolitana”? “

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Author: francesca

autore e collaboratore di ntacalabria.it

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