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Nelle prime ore della mattinata odierna personale della Squadra Mobile, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare nr.1274/11 RGNR -nr.2680/12 RGIP -nr.159/12 R.O.C.C., emessa dal GIP presso il Tribunale di Reggio Calabria, a conclusione di un’articolata attività di indagine condotta da quest’Ufficio e coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha tratto in arresto i sottoelencati soggetti:
1. SCAPPATURA Antonino, nato a Reggio Calabria il 12.01.1959;
2. SCALISE Francesco, nato a Catanzaro il 31.10.1987;
3. CUZZUPI Luigi, nato a Reggio Calabria il 15.10.1968;
4. CALABRO’ Graziano, nato a Reggio Calabria il 14.12.1990;
5. IOSEF Manuel, nato in Romania il 15.05.1984, in atto già detenuto presso la Casa Circondariale di Caltagirone (CT);
6. ALESSE Emanuele, nato a Roma il 06.01.1977;
7. CILIONE Fabio, nato a Reggio Calabria il 22.05.1976
I predetti sono ritenuti responsabili del delitto di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti e rapine, con le seguenti posizioni personali:
SCAPPATURA Antonino ed ALATI Adorno Cristoforo
quali capi, promotori e coordinatori del sodalizio;
IOSEF Manuel, CALABRO’ Graziano, ALESSE Emanuele, SCALISE Francesco e CUZZUPI Luigi
quali partecipi direttamente utilizzati per l’esecuzione materiale di furti e rapine;
CILIONE Fabio
quale partecipe con il compito di “armiere” del sodalizio, assicurando ai partecipi la disponibilità di armi da fuoco
nonché
SCAPPATURA Antonino
del reato di cui agli artt. 110, 624, 625 nr.2 e 5 e 61 nr.7 cod. pen., per essersi impossessato, in concorso con persone non identificate, di preziosi per un ingente valore che sottraeva dalla gioielleria “LAURA”, sedente in Reggio Calabria al Corso Garibaldi nr. 298, penetrando all’interno nottetempo attraverso un buco nel muro praticato da un adiacente esercizio commerciale
Fatto commesso in Reggio Calabria il 27 novembre 2010
SCAPPATURA Antonino
del reato di cui agli artt. 110, 624, 625 nr.2 e 5 e 61 nr.7 cod. pen., per essersi impossessato, in concorso con persone non identificate, di preziosi per un ingente valore che sottraeva dalla gioielleria “GIORDANO”, sedente in Reggio Calabria al Corso Garibaldi nr. 157/159, penetrando all’interno nottetempo attraverso un buco nel muro praticato da un immobile adiacente
Fatto commesso in Reggio Calabria il 6 febbraio 2011
ALATI Adorno Cristoforo, ALESSE Emanuele e IOSEF Manuel
del reato di cui agli artt. 110e 628 cod. pen., per essersi impossessati allo scopo di trarne profitto di orologi marca Rolex ed altri oggetti preziosi che sottraevano dalla gioielleria “VERSACE”, sedente in Reggio Calabria al Corso Garibaldi nr.296, dopo avere immobilizzato il proprietario minacciandolo con una pistola;
del reato di cui agli artt. 110 cod. pen. e 12 e 14 L.497/74, per avere portato in luogo pubblico due pistole di calibro imprecisato;
del reato di cui agli artt.110 e 610 cod. pen., per avere imbavagliato il proprietario della gioielleria, costringendolo a sdraiarsi per terra, al fine di consumare il reato di cui al capo D)
Fatto commesso in Reggio Calabria il 5 febbraio 2011
ALATI Adorno Cristoforo, IOSEF Manuel, CALABRO’ Graziano e CUZZUPI Luigi
del reato di cui agli artt. 110 e 628 cod.pen., per essrsi impossessati allo scopo di trarne un ingiusto profitto diorologi marca Rolex ed altri preziosi che sottraevano dalla gioielleria “NICOSIA”, sedente in Milazzo (ME) alla Via Medici nr.13/A
del reato di cui agli artt.110 cod. pen., 12 e 14 L.497/74, per avere portato in luogo pubblico due pistole di calibro imprecisato, al fine di consumare il reato di cui al capo G)
Fatto commesso in Milazzo il 21 febbraio 2011
ALATI Adorno Cristoforo, CALABRO’ Graziano e CILIONE Fabio
del reato di cui agli artt. 110, 81 cod. pen., 10, 12 e 14 L.497/74, 23 L.110/75, artt.648 e 697 cod.pen., per avere in concorso tra loro detenuto e portato in luogo pubblico una pistola marca Olimpic cal.22 con matricola punzonata ed una pistola marca Smith and Wesson cal.357 matricola bhe2243,quest’ultima provento di furto commesso da ignoti in data 21.04 2010,
Fatto commesso in Reggio Calabria il 18 aprile 2011
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Preliminarmente deve dirsi che l’attività di indagine espletata Squadra Mobile – 5^ Sezione Reati contro il Patrimonio ela PubblicaAmministrazione– della Questura di Reggio Calabria, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica, ha permesso di delineare, grazie al fondamentale contributo delle operazioni di intercettazione telefonica, dell’analisi dei tabulati delle utenze in uso agli indagati, dei riconoscimenti fotografici operati dalle persone offese ed alle tradizionali attività investigative condotte direttamente sul campo, un sodalizio criminale, articolato in due sottogruppi, dedito alla commissione di furti e rapine, che hanno interessato non solo la città di Reggio Calabria, ma anche la provincia di Messina ed altri luoghi del territorio nazionale.
Il punto di partenza delle indagini è rappresentato dal clamoroso furto operato in danno della centralissima gioielleria “Giordano”, ubicata su questo Corso Garibaldi nr.157/159, frutto di accurata organizzazione e capacità tecnica. Infatti, tra la notte del 6 e la mattina del 7 febbraio 2011, introdottisi dall’attiguo Cine Teatro Siracusa, dopo aver praticato un buco nel muro del bagno della gioielleria, il gruppo guidato dallo SCAPPATURA accedeva nella citata gioielleria ove, utilizzando una fiamma ossidrica, praticava un foro in una delle casseforti ed asportava diversi oggetti di valore. Nella circostanza i ladri avevano manomesso anche il sistema d’allarme telefonico collegato all’utenza 113 mediante la tranciatura del cavo telefonico, nonché asportato la sirena esterna ai locali e prospiciente al Corso Garibaldi ed, inoltre, compiuto il furto, si impossessavano anche dell’hard-disk al cui interno erano registrate le immagini del sistema di video sorveglianza ivi installato, evidentemente accortisi in un secondo momento della sua esistenza, ritenendo di avere eliminato così ogni elemento utile alla loro individuazione. Tuttavia, la visione delle immagini acquisite presso un adiacente esercizio commerciale consentiva di individuare un gruppo operativo di almeno sei/sette persone. La caratterizzazione del delitto e la preliminare attività informativa induceva a compiere, nell’ambito dei controlli su pregiudicati per analoghi reati, una perquisizione domiciliare presso l’abitazione di SCAPPATURA Antonino, ove veniva rinvenuto materiale di particolare interesse investigativo. Infatti, si aveva modo di rilevare che il borsone di colore nero, rinvenuto e sequestrato presso la predetta abitazione, contenente una fiamma ossidrica, completa di vari accessori, era dello stesso modello, colore e materiale di quelli rinvenuti e sequestrati, in numero di quattro, in occasione del sopralluogo effettuato a seguito di furto consumato con analoghe modalità, mediante l’effettuazione del c.d. “buco”, ai danni anche di altra gioielleria, “LAURA Gioielli”, accertato in data 28/11/2010, ed utilizzati dai malviventi per il trasporto degli arnesi atti allo scasso.
In entrambi gli episodi criminosi, i malviventi abbandonavano sul posto gli arnesi atti allo scasso, ad eccezione della fiamma ossidrica. Attrezzatura, questa, non facilmente reperibile sul mercato e di consistente costo economico. E, difatti, il borsone analogo a quelli sequestrati sui luoghi dei due furti e la fiamma ossidrica completa di ugello, entrambi sequestrati a SCAPPATURA Antonino, unitamente alla circostanza che lo SCAPPATURA non aveva mai effettuato attività lavorative tali da giustificare il possesso e/o la disponibilità di simili attrezzature ed alla circostanza, ancora più anomala, che lo stesso si rendeva irreperibile all’atto della perquisizione e nei giorni successivi,tutti i citati elementi inducevano gli investigatori a concentrare l’attenzione nei confronti di quest’ultimo.
Il prosieguo delle indagini contribuiva a rafforzare gli elementi a carico dello stesso, che risultava perno di un gruppo criminale pienamente attivo nella organizzazione di reati di rapina e furto.
In considerazione dei citati elementi indiziari veniva autorizzata attività d’intercettazione telefonica delle utenze in uso a SCAPPATURA Antonino, avendo fondato motivo di ritenere che i furti commessi in pregiudizio delle gioiellerie “LAURA” e “GIORDANO” fossero allo stesso riconducibili.
Già nel corso dei primi contatti telefonici emergevano due importanti elementi:
1) il legame operativo assiduo tra lo SCAPPATURA e tale SCALISE Francesco;
2) il costante riferimento dello SCAPPATURA ad un soggetto insospettabile, apparentemente lontano dal contesto di criminalità professionale dello SCAPPATURA, vale a dire ad ALATI Adorno Cristoforo. Tanto lo SCAPPATURA che l’ALATI si riveleranno essere capi, promotori e coordinatori di due gruppi operativi, dedite a furti e rapine.
L’attività di intercettazione faceva chiaramente emergere che i malviventi stessero verificando le condizioni per un non meglio indicato delitto, che, “per convenienza”, doveva essere effettuato all’inizio del mese. Le successive conversazioni preludevano alla progettazione della rapina avvenuta in data 14 marzo 2011 ai danni della agenzia n. 1 della BNL, sita in Reggio Calabria, alla Via Cardinale Portanova e consentivano di individuare anche gli altri complici arrestati in flagranza unitamente allo SCAPPATURA ed a SCALISE Francesco in ordine a tale rapina, ossia SCALISE Ivano alias “il sardignolo” e GENTILE Umberto. Il 14 marzo 2011 partiva il servizio di osservazione dinamica sul territorio preordinato ad individuare il citato gruppo criminale con la finalità di interrompere ogni proposito messo in atto dagli stessi. Il servizio terminava positivamente con l’arresto in flagranza di reato dei componenti della “banda” riconducibile allo SCAPPATURA per avere gli stessi commesso la rapina in pregiudizio della BNL di via Cardinale Portanova. Oltre allo SCAPPATURA, venivano arrestati SCALISE Francesco, SCALISE Silvano e GENTILE Umberto, che venivano sottoposti alla misura della custodia cautelare con ordinanza del GIP del Tribunale di Reggio Calabria del 16 marzo 2011.
Nel proseguo delle attività tecniche emergeva che l’ALATI, avvalendosi di altro gruppo sempre riconducibile al medesimo sodalizio, avesse già portato a segno due rilevanti “colpi”, ovvero le rapine del 5 e del 21 febbraio 2011 presso due diverse gioiellerie, situate l’una a Reggio Calabria e l’altra a Milazzo, rispettivamente la gioielleria “VERSACE” sita su questo corso Garibaldi nr.296 e la NICOSIA, ubicata in Milazzo alla Via Medici nr.13/A .
Giova evidenziare il fatto che, essendo i locali della gioielleria “VERSACE” muniti di sistema di video sorveglianza, si procedeva ad estrapolare le immagini registrate nel corso dell’evento criminoso in questione, ricostruendo la dinamica dei fatti, nonché di evidenziare le fattezze fisiche di almeno uno dei due rapinatori.
Con riferimento alla seconda rapina sopra menzionata, in data 22 febbraio 2011 la Squadra Mobiledi Reggio Calabria veniva allertata da personale del Commissariato di P.S. di Milazzo (ME), che riferiva che nel pomeriggio del 21 febbraio personale di quel centro aveva tratto in arresto il cittadino di nazionalità rumena IOSEF Manuel per il reato di tentata rapina a mano armata ai danni della gioielleria “NICOSIA Mario”, rivenditore Rolex, sita in quel centro cittadino.
Considerato che anche la gioielleria VERSACE risultava concessionaria ufficiale di orologi marca Rolex, si procedeva a comparare la foto segnaletica del rapinatore tratto in arresto in flagranza da quell’Ufficio con le immagini estrapolate dal sistema di video sorveglianza della gioielleria VERSACE, presso cui era stata perpetrata la rapina in data 5 febbraio.
Dalla comparazione veniva perfettamente riconosciuto IOSEF Manuel come il malvivente che aveva agito a volto scoperto ed armato di pistola presso la gioielleria VERSACE.
La successiva attività di indagine finalizzata all’identificazione del complice del predetto JOSEF permetteva di accertare che lo stesso, in data 15 febbraio 2011, alle ore 22.25, veniva controllato in questa Via Spirito Santo unitamente a CALABRO’ Graziano ed ALESSE Emanuele per cui veniva autorizzata l’intercettazione delle loro utenze. Successivamente, venivano eseguite perquisizioni domiciliari e nella stanza da letto del CALABRO’, all’interno di un comodino, si rinveniva una pistola giocattolo modificata ad arma comune da sparo, modello revolver cal. 22 marca “OLIMPIC”, con matricola punzonata, nonché nr. 8 cartucce calibro 22, debitamente sequestrati. Inoltre, veniva rinvenuta e posta in sequestro varia documentazione personale intestata a IOSEF Manuel, autore delle rapine commesse in pregiudizio delle citate gioiellerie Versace e Nicosia.
Sulla scorta di quanto rinvenuto, l’atto di p.g. in questione veniva esteso anche presso l’abitazione della fidanzata del CALABRO’ Graziano, tale MARKIEWICZ EWA AGNIESZKA, ove, all’interno di uno scaffale, sito in uno terrazzo di pertinenza dell’abitazione della predetta, si rinveniva altro materiale balistico ed, in particolare, una pistola calibro 357 magnum marca SMITH e WESSON matricola nr. BHE2243, provento di furto perpetrato in data 21.04.2010 in questo centro, in pregiudizio di FOTI Marcello cl’57, unitamente a numerose altre armi e munizioni.
In considerazione di ciò, sia il CALABRO’ Graziano che la fidanzata di origini polacche venivano tratti in arresto nella flagranza dei delitti di detenzione illegale di armi comuni da sparo e di munizionamento.
Le successive indagini consentivano di acclarare che l’ALATI aveva effettuato un sopralluogo all’interno della gioielleria NICOSIA, ove si era presentato quale dipendente della Guardia Costiera, riferendo che un dipendente, di grado inferiore, era interessato ad acquistare un orologio di particolare valore. Ed il giorno seguente, lo IOSEF ed il complice CALABRO’, acquisite dall’ALATI le notizie circa la composizione interna del negozio, si presentavano presso la gioielleria ed il primo, riferendo di essere il dipendente della Guardia Costiera raccomandato il giorno precedente dal suo superiore, chiedeva al titolare di misurare un orologio tentando di perpetrare la rapina ma veniva tratto in arresto da personale del locale Commissariato, riuscendo a sfuggire tanto il CALABRO’ che il terzo complice, il CUZZUPI. Dai tabulati telefonici e dal riconoscimento operato da una dipendente della citata gioielleria si riuscivano ad individuare perfettamente non solo i due complici, CALABRO’ e CUZZUPI, ma anche l’ALATI che aveva usato lo stratagemma prima riportato.
Avendo motivo di ritenere che il secondo soggetto, autore della rapina ai danni della gioielleria VERSACE, in concorso con IOSEF Manuel, fosse da identificarsi nella persona di ALESSE Emanuele, in data 23 maggio 2011al signor VERSACE Agostino, titolare dell’omonima gioielleria, venivano poste in visione delle immagini video nonché un album fotografico e lo stesso riconosceva l’ALESSE Emanuele, premiando così l’intuizione degli investigatori.
L’attività di indagine ha, inoltre, consentito di fare emergere il ruolo svolto da CUZZUPI Luigi, che risulta soggetto pienamente coinvolto nel gruppo, oltre che per la diretta partecipazione alla rapina di Milazzo del 21 febbraio 2011, anche per la sua intraneità ai circuiti del riciclaggio dei proventi delle rapine a gioiellerie.
Ancora le intercettazioni avevano consentito di comprendere che l’ALATI acquistava le armi da un certo Fabio che lavorava a S. Caterina, quest’ultimo individuato nella persona di CILIONE Fabio, la cui utenza, giusta autorizzazione dell’A.G., veniva sottoposta ad intercettazione telefonica, atteso che lo stesso era da considerarsi il c.d. “armiere” dell’associazione.
In data 6 giugno 2011, personale della Squadra Mobile si recava presso il bar caffetteria denominato “Coffee Club”, ubicato in Reggio Calabria Via S. Caterina, di proprietà dei F.lli CILIONE, ove procedeva a perquisizione locale, eseguita ai sensi dell’art. 41 T.U.L.P.S., in quanto si aveva fondato motivo di ritenere che all’interno del predetto locale vi fossero occultate armi, munizioni o materiale esplodente illegalmente detenuto.
In tale luogo il relativo atto di P.G. si concludeva con esito negativo.
Successivamente le medesime operazioni venivano estese presso l’abitazione del CILIONE, sita in Reggio Calabria Via Archi CEP lotto 21 bis n. 3, ove veniva rinvenuta, all’interno della camera da letto dei figli minori, riposta sull’estremità superiore dell’armadio, una borsa da donna contenente una pistola a tamburo marca ASTRA cal. 38, caricata con 5 cartucce cal. 38 special, nonché due scatole di cartucce, debitamente sequestrate.
Il materiale balistico rinvenuto e sequestrato, dai successivi accertamenti risultava essere oggetto di rapina a mano armata in abitazione, consumata in data 26/05/2009, ai danni di REMO Umberto cl’32.
Tale circostanza, unitamente alle attività tecniche di intercettazioni telefoniche, dimostrava che le citate armi, precisamente quella rinvenuta presso l’abitazione della cittadina straniera compagna del CALABRO’ e quella rinvenuta presso l’abitazione di CILIONE Fabio, facevano parte di uno stesso lotto e consentivano di acclarare che il gruppo criminale diretto dall’ ALATI avesse la disponibilità di armi e munizioni detenute a suo tempo da CILIONE Fabio.
Tutti gli indagati, a conclusione delle formalità di rito, sono stati associati presso la locale Casa Circondariale, a disposizione dell’A.G.
Si rappresenta, infine, che ALATI Adorno Cristoforo, colpito dal provvedimento restrittivo in argomento, allo stato, risulta irreperibile ed è attivamente ricercato.
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