Questo post é stato letto 20910 volte!
Prosegue il corso di Formazione Quadri del Terzo Settore della provincia di Reggio Calabria con due giornate formative programmate per il pomeriggio del 30 novembre e la mattina dell’1 dicembre.
Il percorso è organizzato dal Centro Servizi al Volontariato dei Due Mari e dal Coordinamento Provinciale del Terzo Settore di Reggio Calabria e vede impegnati più di 40 dirigenti provenienti dalle varie organizzazioni di Terzo Settore della provincia reggina.
“Già il primo appuntamento – secondo Luciano Squillaci – è stato un grosso successo non solo in termini di partecipazione ma anche riguardo gli obiettivi propri del percorso tesi alla realizzazione di momenti di riflessione, di analisi e, soprattutto, di elaborazione di strategie volte a rispondere alle tante emergenze sociali ed alle sfide che provengono anche da questi momenti di crisi.”
“Se non è compito dei CSV quello di svolgere funzioni di rappresentanza, riteniamo nostro compito – spiega Mario Nasone presidente del CSV- sostenere, anche con l’organizzazione di queste attività formative, lo sviluppo di reti e di organi di rappresentanza e dello stesso coordinamento provinciale del TS.”
Anche delle questioni legate alla rappresentanza si parlerà nel prossimo modulo del 30 novembre attraverso gli spunti e le riflessioni di Guido Memo, direttore della rivista online Non per profitto e dello stesso Luciano Squillaci portavoce Coordinamento Terzo Settore della provincia di Reggio Calabria, nonché vicepresidente di CSVnet (Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio).
Giorno 1 dicembre, invece, verrà approfondito il tema della sussidiarietà e dei beni comuni.
Lo si farà con uno dei massimi esponenti italiani sul tema, il prof. Giuseppe Cotturri, ordinario di Sociologia della Politica presso l’Università degli Studi di Bari, persona di indubbia fama e che ha personalmente contribuito alla revisione del titolo V della Costituzione Italiana.
La citata riforma costituzionale, introducendo concetti nuovi come quello della sussidiarietà segnala una svolta dal modo in cui tradizionalmente è stato concepito, in Italia, il rapporto tra cittadino e Stato e tra cittadino e costruzione della polis.
Il concetto di sussidiarietà enunciato dall’ultimo comma dell’art. 118 della Costituzione, infatti, implica una diversa visione dello Stato rispetto a quella tradizionale, perché “i cittadini, singoli e associati” devono ora essere sostenuti dalle stesse istituzioni affinché possano svolgere “attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”.
Le attività di interesse generale sono quelle che stanno a cuore alle organizzazioni di Terzo Settore e riguardano, ovviamente, la comunità nel suo insieme o i diritti fondamentali del cittadino e della persona. Questi sono i “beni comuni”, un’insieme di beni materiali (l’acqua, il clima, il patrimonio ambientale) ma anche insieme di beni immateriali (la legalità, i legami fiduciari, ecc.).
Dunque i beni comuni non sono tanto cose che abbiamo in proprietà comune, quanto aspetti e componenti della vita sociale che necessariamente dobbiamo condividere e che fungono da presupposti per l’agire sociale e l’ordine societario. Sono beni comuni, dunque anche tutti i servizi sociali, l’istruzione, la sanità. Si comprenderà, allora, come il tema oggetto del percorso sia, oggi, di notevole rilevanza ed attualità, andando ben oltre gli orizzonti del Terzo Settore.
Questo post é stato letto 20910 volte!